16 febbraio -
Scelta civica, la lista del premier uscente Mario Monti, oggi a Roma ha presentato alcune proposte per migliorare la sanità Italiana illustrandone criticità e prospettive. Nel corso della mattinata di riflessione, dove sono stati chiamati a partecipare cittadini, professionisti e rappresentanti della società civile tutti connessi al sistema salute, è stata ribadita la centralità del Ssn che deve rimanere il responsabile della salute degli italiani.
In una logica di confronto gli
stakeholder della sanità hanno via, via illustrato i vari problemi e le necessità non mancando però di illustrare anche eventuali soluzioni. Punti qualificanti del convegno sono stati: la definizione chiara e trasparente dei servizi che lo Stato eroga attraverso la tassazione generale; il superamento del conflitto istituzionale esistente perché 21 sistemi concorrenziali in conflitto con il livello centrale spingono a riflettere sui risultati ottenuti con la riforma del Titolo V; interventi in formazione e ricerca binomio su cui investire e infine il coinvolgimento attivo dei professionisti, delle imprese e dei cittadini.
Ad aprire il convegno
Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Italia Futura l’associazione che tra le prime ha espresso il suo apprezzamento e sostengo all’azione del governo Monti, che tra le sue priorità per cambiare l’Italia ha parlato della necessità di riforme a cominciare da quella del Titolo V per poi arrivare a chiedere allo Stato di “fare un passo indietro” perché è “invadente” e questo fa si che “spesso in sanità il merito venga messo da parte”. La sanità per il presidente di Italia Futura “è un motore di sviluppo e non un centro di costi”. Ma la sanità con la sua tecnologia, la sua capacità di innovazione e le sua straordinarie eccellenze “sia in termini di risorse umane che di strutture” deve essere “più vicina ai cittadini”. Infine sempre sulla sanità Montezemolo ha dichiarato che parlare di sostenibilità del Ssn non significa “ridimensionamento ma riorganizzazione e rilancio inserendo la meritocrazia a forti dosi”.
Le prospettive dei cittadini sono state illustrate da
Giuseppe Scaramuzza, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva che ha ricordato come le priorità per gli italiani sono “la gestione delle malattie e la non autosufficienza, in una parola l’assistenza socio-sanitaria”. Quindi “no a tagli lineari” in sanità “perché per gli italiani è una risorsa e non può essere considerata un peso”. Solo lavorando insieme – ha concluso Scaramuzza – il Ssn “resta sostenibile, universale e solidaristico”.
Massimo Giovannini, candidato alla Camera con Scelta Civica, Direttore del dipartimento materno infantile del Pertini di Roma, ha parlato di quelli che a suo modo di vedere sono i problemi dei professionisti sanitari e ha stilato un elenco di priorità: “Ospedali vecchi – ha detto – età elevata dei dirigenti medici, carriere ingessate, clima di conflitto medico-paziente”. Da questo quadro, secondo Giovannini, se ne può uscire “svincolando l’amministrazione della sanità dalla politica e un governo clinico gestito dagli operatori” e in accordo con quanto dichiarato in precedenza dal presidente Montezemolo “con il riconoscimento del merito”.
“L’Azienda è il fondamento delle erogazioni dei servizi” secondo
Giovanni Monchiero, presidente della Fiaso e candidato per la Camera dei Deputati con Scelta Civica, che ha presentato le prospettive dei Manager. “Il concetto di azienda – ha aggiunto – è stato introdotto in un sistema arcaico e adesso nelle aziende si costruiscono motivazioni coniugando efficienza e qualità dei servizi” ma per fare ciò, secondo Monchiero, servono “autonomia, responsabilità e merito”.
“Quello che c’è da fare lo sanno tutti, sono cose semplici a partire dalla medicina del territorio”. Così
Claudio Cricelli, presidente della Simg, nell’illustrare le prospettive dei Medici di medicina generale. Cricelli ha aggiunto di non voler rivendicare le inefficienze “che conosciamo tutti” quanto piuttosto ha chiesto “soluzioni senza perdere tempo. Tutto quello che c’era da sapere – ha concluso – lo sappiamo, ora c’è solo da fare”.
Le problematiche dell’industria le ha rappresentate
Federico Serra, vice presidente di Public Affairs Association (Paa) secondo il quale è “saltata la programmazione dei tavoli di lavoro con professionisti e aziende e non è più possibile andare avanti”. Nel ricordare che l’industria in questo periodo di tempo, oltre a soffrire di una tassazione eccessiva, “è stata colpita dalla decretazione”. Serra ha quindi chiesto nell’ordine una serie di azioni alla politica a partire da “una programmazione che sia di 3-5 anni”, per poi proseguire chiedendo, sempre alla politica “il coraggio di cambiare modelli esistenti, una sanità svincolata dallo Stato, meno potere alle regioni, meno decretazione d’urgenza e maggiore confronto, norme contro la corruzione” e, infine ha chiuso chiedendo “maggior chiarezza nella legislazione che troppo spesso è contraddittoria”.
Walter Mazzucco, presidente Segretariato Italiano Giovani Medici (Sigm) ha parlato delle criticità della formazione e lamentato i tempi di accesso per l’acquisizione di competenza e autonomia che per i giovani medici sono “tra i più elevati”.
“All’Università si chiede di migliorare ma poi gli si tagliano 300 milioni di fondi e questo è inconcepibile per una politica di sviluppo”. Ha spiegato
Giuseppe Paolisso, preside della facoltà di medicina e chirurgia II Università di Napoli che poi ha fatto riferimento al “dramma del precariato” per ribadire a tutti che “la riforma Gelmini ha come punto sostanziale i ricercatori a tempo determinato”. Elemento questo di schizofrenia perché si formano giovani brillanti per poi lasciarli andare via. Quindi la richiesta che viene da Paolisso è di “valorizzare maggiormente la formazione”.