5 giugno -
È un commento positivo, seppure con qualche cono d’ombra, quello del segretario nazionale dei dirigenti Cosmed e dei medici ospedalieri Anaao, Costantino Troise, sulla bozza di ddl delega per la riforma del pubblico impiego.
“Alla Funzione pubblica è già aperto un tavolo che si è riunito il 29 maggio”, ricorda Troise in una dichiarazione al
Sole 24 Ore Sanità, spiegando che “la nostra richiesta minima è quella di dare un deciso altolà alla pratica dei "mini-contratti": alcune aziende sono arrivate a stipulare con i medici contratti di un mese. È un abuso evidente. Bisogna tornare ad avvisi pubblici per incarichi di 8 mesi-un anno e prolungare quelli in essere per un periodo ragionevole, nell'ottica di favorire la stabilizzazione”.
Sono però i licenziamenti il vero punto "sensibile" della riforma. Il testo di Patroni Griffi, secondo Troise, “è piuttosto soft: i decreti delegati dovranno ‘riordinare la disciplina’ di quelli disciplinari tipizzando le relative ipotesi legali e le tutele e rafforzando i doveri disciplinari dei lavoratori. Dal passaggio è sparito l'ancoraggio del riordino al contratto collettivo nazionale (presente nell'accordo con i sindacati), alimentando qualche sospetto”.
Più “gradita” è la parte della delega finalizzata al riordino della contrattazione collettiva e alla revisione del Dlgs 150/2009, in coerenza - specifica la delega - con la legge 15/2009. Rispetto alla “Brunetta” i sindacati “recuperano terreno: avranno voce in capitolo sui processi di riorganizzazione e ristrutturazione delle amministrazioni”. E se il testo conferma la riduzione del numero dei comparti prevista dalla legge 15, la cui determinazione è demandata alla contrattazione collettiva, aggiunge anche che i decreti delegati dovranno individuare un numero di comparti che tenga conto delle competenze di Regioni ed enti locali. “Non possiamo non concordare - osserva Troise - perché si ritorna a un metodo corretto di governo del sistema e perché si riapre la strada al mantenimento dell'area contrattuale della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria svincolata da quella degli amministrativi”.
Parere positivo anche anche alla modifica dei sistemi di premialità e valutazione. Ma attenzione, precisa il segretario Cosmed: “Sembra che il Governo proceda guardando al resto del pubblico impiego, che con la Sanità ha poco a che fare. La nostra retribuzione di risultato viaggia su cifre irrisorie: parliamo di 500 euro l'anno nelle grandi aziende. E i nostri sistemi di valutazione sono stati introdotti prima di tutti gli altri”.