2 dicembre -
“I giovani devono essere i protagonisti della lotta allo stigma sull'Aids. Dobbiamo puntare sui giovani, basta criminalizzarli”. Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute,
Francesco Vaia, intervenendo al convegno ‘Tre volte zero contro l'Hiv’ all'Inmi Spallanzani di Roma.
“Io sono stato tra i primi a dire che il lockdown protratto poteva avere effetti negativi, soprattutto sui giovani” ma “oggi continuare a dire che i problemi che sicuramente ci sono stati, anche sul piano psicologico, abbiano determinato nelle grandi aree urbane una delinquenza minorile è francamente inaccettabile, non è così. Basta parlare di lockdown, sono altri i problemi che hanno determinato questo e in particolare le paure, una superata della pandemia, le altre ancora presenti: le guerre e di un futuro incerto in un paese che si è impoverito. Superare queste paure significa dare uno strumento ai giovani per essere protagonisti. Giovani che credono molto di più se siamo testimoni, e le testimonianze possono derivare, lo dice spesso il nostro ministro, a partire dall’alleanza tra due perni della nostra società: la famiglia, in qualsiasi modo composta, e la scuola. Senza che l’uno deleghi all’altro. L’educazione parte da qui e la cultura della prevenzione primaria dovrebbe partire dalle scuole”.
La prevenzione, ha aggiunto Vaia, “vive della corretta comunicazione che si deve fondale su questi due pilastri, con la complicità dei giovani che devono darci una mano e sono disponibili a darci una mano”. Abbiamo la possibilità di metterci a capo di un percorso che sia trasversale e dia centralità ai giovani, con i quali penso riusciremo a superare lo stigma”.