Precari Aifa: “Promesse rimaste tali e false speranze alimentate da quasi un anno”
”Le altisonanti parole del Sottosegretario alla Salute, Gemmato, interrogato dall'On. Furfaro in commissione Affari Sociali alla Camera, si sono rivelate infondate, nel loro tentativo di giocare con le vite dei lavoratori precari dell'AIFA. Ancora una volta, e per l’ennesima volta, promesse e impegni sono rimasti tali: vuoti. Anzi, si è osato alimentare false speranze in persone che, ormai da quasi un anno, sopravvivono in condizioni lavorative e sociali disperate, senza stipendio e senza alcuna prospettiva per il futuro”. Lo scrivono in una nota i precari dell'Agenzia italiana del farmaco.
“Nonostante alla Camera dei Deputati siano stati approvati all'unanimità ordini del giorno per risolvere questa drammatica situazione – con l’aggravante che uno dei firmatari fosse della stessa maggioranza, l’On. Ciocchetti (FDI) – il Governo ha deliberatamente scelto di non affrontare il problema. Solo promesse e parole vuote. Nella Legge di Bilancio, approdata oggi alla Camera, non c’è traccia di alcuna norma che preveda il nostro reintegro, né tantomeno di una disposizione volta a migliorare le performance di AIFA. Se volessimo interpretare politicamente questa situazione, il messaggio sarebbe chiaro: al Governo Meloni non interessa minimamente l’Agenzia del Farmaco, né chi vi lavora. Dalle richieste avanzate dal Presidente Nisticò, tra cui figuravano i nostri rinnovi con stabilizzazione, l’aumento della pianta organica per affrontare l’ormai cronico sottodimensionamento dell’Agenzia, e l’indennità per i dirigenti sanitari, nulla è stato concesso. E allora sorgono inevitabili domande: qual è il vero significato politico della riorganizzazione di AIFA, se non si vuole renderla efficiente? Forse l’intenzione è quella di regionalizzare il lavoro dell'Agenzia? E come pensa il Governo di rispondere alle incessanti richieste provenienti dalle industrie farmaceutiche? Se l'importanza cruciale dell’attività di AIFA non fosse ancora evidente, ci permetteremmo di suggerire una strada tanto simbolica quanto provocatoria: che il nuovo assetto dirigenziale rassegni in blocco le dimissioni, che i dirigenti sanitari proclamino uno sciopero a oltranza e che noi, umili e “insignificanti” precari, occupiamo gli uffici dell’Agenzia. A quanto pare, in Italia solo il clamore, il disordine e le maniere forti sembrano essere presi in considerazione per ottenere una risposta. Ciononostante, noi precari AIFA continueremo a far sentire la nostra voce, con manifestazioni dai toni sempre più esasperati, e, ahinoi, non ci rimarrà altra scelta se non quella di intentare una causa allo Stato per il trattamento disumano e indegno che abbiamo subito. Grazie, Giorgia Meloni, per aver distrutto le nostre vite lavorative e sociali”.