Anelli (Fnomceo): “Prima importante risposta, ora legge organica che metta in primo piano la sicurezza delle cure”
“Lo scudo penale è una prima, importante risposta del Governo e del Parlamento alle istanze dei medici. È un momento di attenzione alla situazione drammatica in cui versa il Servizio sanitario nazionale, una risposta all’emergenza legata alla carenza di medici e a problemi organizzativi e strutturali che non possono e non devono ricadere sui professionisti”.
Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, dopo l’approvazione, da parte delle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, dell’emendamento al Milleproroghe che estende a tutto il 2024 lo scudo penale per i medici, già previsto durante l’emergenza Covid, legandolo alle condizioni di lavoro, all’entità “delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare” e al contesto organizzativo.
La questione però, secondo la Fnomceo, è più ampia e complessa.
“Il provvedimento- spiega Anelli - per il quale ringraziamo tutti i Gruppi parlamentari e il Governo, in particolare il Ministro della Salute Orazio Schillaci per l’impegno che ha profuso in questi mesi, ha il merito di restituire serenità ai medici ma affronta solo una parte del problema. Occorre ora una legge organica, che è quella sulla quale sta lavorando la Commissione istituita dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e presieduta dal Magistrato Adelchi d’Ippolito, sulla responsabilità professionale dei medici”.
“Una legge – aggiunge – che metta in primo piano la sicurezza delle cure, dando più importanza e spessore al risk management, raggiungendo pienamente gli obiettivi già prefissati dalla Legge 24/2017. È importante scoraggiare le cause “temerarie”, quelle che, nel penale, partono con una denuncia immotivata al medico e finiscono, infatti, nel 90% dei casi in un’assoluzione. Ma è fondamentale ridurre il rischio clinico, utilizzando l’Audit clinico quale strumento di miglioramento della qualità dei servizi e delle cure offerte, diffondendo le Buone pratiche clinico assistenziali, monitorando gli Eventi sentinella, e imparando dai “Quasi errori”, gli eventi che avrebbero potuto determinare conseguenze avverse che invece non sono avvenute, vere e proprie lezioni gratuite al fine di rendere più efficiente ed efficace il sistema organizzativo in ambito sanitario”.
“La sicurezza delle cure – conclude Anelli – è oggi una delle sfide più importanti per il futuro del nostro sistema sanitario e il raggiungimento di tale obiettivo non può prescindere da una appropriata regolamentazione della valutazione e gestione del rischio clinico e delle responsabilità professionali. Occorre contrastare la medicina difensiva e creare un’area di non punibilità che restituisca al medico la serenità dell’affidarsi alla propria autonomia professionale e, così, agevoli il perseguimento di una garanzia effettiva del diritto costituzionale alla salute”.