Anelli (Fnomceo): “Fieri che sia un collega, sia il paladino del Servizio sanitario nazionale”
“Buon lavoro al Presidente Giorgia Meloni e a tutto il Governo. Siamo fieri che il nuovo Ministro della Salute sia un collega: una conferma dell’attenzione che da sempre l’attuale maggioranza riserva alle professioni, dimostrandola con la disponibilità e l’ascolto. L’Italia, i cittadini, si aspettano ora grandi risposte. Al nuovo Ministro della Salute noi medici rivolgiamo questo augurio: che sia il paladino del Servizio Sanitario Nazionale e che la Salute torni ad essere un punto essenziale, fondamentale del programma di governo”.
Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, si rivolge al nuovo Governo e in particolare a Orazio Schillaci, appena indicato come Ministro della Salute.
“La situazione è stata influenzata nettamente - lo è ancora - dal Covid – spiega Anelli - con tutti i risvolti che questo ha determinato. Lo sforzo che noi medici abbiamo fatto in questo periodo di pandemia è stato notevolissimo. E oggi chiediamo al Governo, e quindi al nuovo Ministro, un impegno straordinario: l'impegno di salvaguardare il Servizio sanitario nazionale”.
“Le nostre – continua - sono preoccupazioni che si poggiano sui dati: il 5% dei medici è oramai stabilmente all'estero, una parte importante lavora sempre di più nelle strutture private, soprattutto quelli con altissime competenze. E poi la carenza del personale, per gli errori fatti nel passato, sta mettendo sempre più in difficoltà il sistema”.
“Non nascondiamo le preoccupazioni – aggiunge - che questo sistema, se non si interviene immediatamente, possa in qualche maniera essere messo a dura prova e non rispondere più alle reali necessità che i pazienti pongono ogni giorno. Per poterlo fare, non servono soltanto i soldi del PNRR: serve un investimento diretto sui medici”.
“Noi chiediamo – conclude Anelli - che siano rivisti i programmi, sia in qualche maniera ridotta la forbice tra gli stipendi dei medici e quelli dei colleghi europei. Chiediamo che i medici abbiano maggiore capacità di incidere sulle decisioni che si prendono: non vogliamo un sistema aziendalistico ma vogliamo un sistema che risponda ai bisogni di salute della gente. E soltanto coloro che hanno le competenze, ossia i medici, possono farlo. Chiediamo che ci sia un intervento su tutte le professioni sanitarie: non è possibile che i medici debbano, ancora oggi, specie sul territorio, lavorare da soli. Abbiamo bisogno di poter lavorare tutti insieme, perché le competenze sono attribuite a ben 30 professioni sanitarie e queste devono essere in qualche maniera rese disponibili a tutti i cittadini”.