21 febbraio -
L'indagine retrospettiva osservazionale dalla quale emergono questi dati è stata condotta dalla società CliCon sui database amministrativi di alcune Asl italiane, nelle regioni di Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Il campione è stato dunque molto ampio: circa 1 milione e 800 mila assistiti di età maggiore o uguale a 40, che rappresentassero efficacemente la struttura demografica del nostro paese. Per ottenere i risultati è stato registrato lo stato di salute di pazienti affetti da artrosi o artrite, sottoposti ad interventi di chirurgia protesica e artroscopica. L'obiettivo era quello di valutare il consumo di prestazioni sanitarie negli anni successivi alle operazioni, nonché fornire una perizia di massima di queste, tramite il conteggio dei casi in cui si è dovuti procedere a ulteriori interventi.
I dati
Nel caso di impianti di protesi, i costi diretti della malattia nei tre anni successivo l'operazione di chirurgia ortopedica si abbattono rispetto a quello precedente, crollando sia in termini di trattamenti farmacologici – che diminuiscono addirittura del 73% - che di prestazioni specialistiche (-53%). Anche i costi delle terapie scendono: i pazienti spendono in media solo 14 euro l'anno per queste patologie a tre anni dell'operazione, contro i 52 euro che spendevano mediamente l'anno precedente; allo stesso modo i soldi spesi per le prestazioni specialistiche sono più che dimezzati, passando da 116 euro nei 12 mesi precedenti l'intervento, rispetto ai 48 che in media vengono spesi a distanza di tre anni. A maggior ragione, visto che queste operazioni ortopediche interrompono di fatto il trend di crescita di prestazioni di assistenza che i pazienti vedevano in precedenza.
Anche nel caso di interventi di artroscopia si osserva una sensibile riduzione dei costi della malattia: i trattamenti farmacologici costano in media ai pazienti solo 6 euro l'anno dopo 36 mesi dall'operazione, diminuendo del 56% (prima di essa ammontano mediamente a 15 euro); analogamente, i soldi spesi per le prestazioni specialistiche crollano nello stesso intervallo di tempo da 180 euro a 42, anche perché i pazienti – nell'anno immediatamente precedente l'operazione – si sottopongono a visite specialistiche 5 volte più frequentemente del solito.
Ma come già accennato, altro punto interessante della ricerca consiste nel conteggio del numero di re-interventi a cui i pazienti si devono sottoporre, poiché questo fornisce una stima della qualità dell'assistenza. Anche in questo caso i dati sono ottimi: per le operazioni di protesizzazione, in media nei tre anni successivi all'operazione addirittura il 95% dei pazienti non ha dovuto procedere ad ulteriori interventi (che in generale sono di revisione, rimozione o lussazione); per le artroscopie il dato scende, anche se di poco, arrivando al 90%, ma rappresenta comunque la stragrande maggioranza dei pazienti che si sottopongono all'operazione, con l'ulteriore dato positivo che solo il 4,7% dei pazienti deve successivamente sottoporsi anche ad intervento di protesi.
Laura Berardi