10 giugno -
“Apprezziamo la richiesta del Parlamento europeo di una revoca temporanea dei brevetti sui vaccini contro il Covid. Si tratta di un atto importante che va nella direzione, da noi auspicata da tempo, di un’estensione della vaccinazione a livello globale, in un’ottica di maggior equità d’accesso ed eguaglianza delle cure, e con ricadute benefiche per tutti i paesi in termini di prevenzione”.
A parlare è il Presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, che accoglie con favore la risoluzione approvata oggi dagli eurodeputati, con 355 voti a favore, 263 contrari e 71 astensioni. Già dallo scorso febbraio, la Fnomceo aveva posto in atto – affiancandosi agli appelli di singoli scienziati e di organizzazioni come Medici Senza Frontiere e le associazioni italiane ed europee dei Medici Cattolici – un’opera di advocacy, con il fine di liberare i brevetti dei vaccini anti-Covid, per la durata dell’emergenza, per garantirne uno sfruttamento diffuso e universale. E battere così sul tempo il virus, che, diffondendosi nella popolazione, tende a mutare, col rischio di sviluppare resistenze. E la strada indicata era proprio quella adottata oggi dal Parlamento europeo: una deroga temporanea all’accordo Trips (Trade – Related Aspects of Intellectual Property Rights) dell’Organizzazione mondiale del Commercio.
“L’articolo 31 del Trade – Related Aspects of Intellectual Property Rights (TRIPs) prevede il diritto, per gli Stati membri del World Trade Organization (WTO), di disporre, per legge, in condizioni di emergenza, l’uso del brevetto senza autorizzazione del titolare, pagando una congrua royalty – spiega Anelli -. Questo permetterebbe di produrre un maggior numero di vaccini e anche di esportarli in Paesi che non hanno le strutture per fabbricarli in proprio, superando i vincoli della produzione mondiale e le carenze nell’approvvigionamento. Le condizioni di emergenza ci sono, e l’obbligatorietà della licenza sarebbe circoscritta alla durata della pandemia”.
“In ogni caso, prima di imporre la licenza obbligatoria, gli Stati sono tenuti a richiedere formalmente alle aziende un’autorizzazione immediata alla produzione dei vaccini, sempre dietro pagamento di un corrispettivo. Solo se i titolari negano il consenso, si può imporre una licenza obbligatoria – continua Anelli -. Sembra questa degli accordi volontari di licenze, dove lo sviluppatore decide a chi e a quali condizioni il brevetto può essere concesso in licenza, la via indicata, sul lungo periodo, da Bruxelles. Non dimentichiamo infatti che questi vaccini sono altamente innovativi, e richiedono industrie di supporto specializzate per produrre, ad esempio, l’m-Rna o la capsula lipidica: il conferimento volontario di tecnologie e di competenze verso i paesi che già producono vaccini sembra la modalità principale per estenderne la produzione. Confidiamo ora nella collaboratività e apertura delle aziende: è interesse comune unirsi per uscire al più presto dalla pandemia, e mettere insieme le conoscenze può potenziare la ricerca stessa. Unità, universalità, equità d’accesso e solidarietà sono infatti le chiavi per uscire dalla pandemia”.
10 giugno 2021
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