17 marzo -
È pieno il sostegno delle Farmacie Comunali al progetto di rafforzamento della rete distributiva dei vaccini introdotta in questi giorni dal Ministro alla Salute
Roberto Speranza. “Assofarm – commenta il presidente
Venanzio Gizzi – è stata la prima a fare una proposta simile al Governo. Crediamo però che il nostro coinvolgimento debba riguardare due dimensioni: i locali dei nostri presidi, presenti in tutto il territorio nazionale, ma anche i professionisti sanitari che in essi operano. Dobbiamo infatti ricordare che in tanti altri paesi europei la figura del farmacista vaccinatore è già realtà da tempo”.
"Nelle prime dichiarazioni ufficiali - si legge in una nota - non appare infatti chiaro quale ruolo avrà il farmacista. Come noto, la normativa vigente (legge 178/2020) già oggi consente la somministrazione di vaccini nelle farmacie aperte al pubblico, sotto però la supervisione di medici assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato".
Secondo Assofarm dovrà essere quanto prima chiarito se tra il “personale sanitario opportunamente formato” potranno rientrare anche i farmacisti.
“Se nei prossimi mesi saranno disponibili 80 milioni di dosi - continua Gizzi - e se vogliamo concretizzare la volontà del Presidente Draghi di somministrare 500mila dosi al giorno, alla forza logistica delle 19.000 farmacie presenti sul territorio dovrà essere affiancata anche la presenza di nuovi professionisti sanitari abilitati all’inoculazione del farmaco. Non ha senso creare nuovi luoghi distributivi se poi non ci sono abbastanza professionisti che possono distribuire. I conti sono presto fatti: se ogni farmacia facesse 13 vaccinazioni al giorno, il nostro settore coprirebbe la metà dell’obiettivo di Draghi”.
In attesa che il ruolo del farmacista venga chiarito, Assofarm ha avviato percorsi formativi per i propri farmacisti, in modo che questi ultimi siano tecnicamente pronti nel momento in cui saranno abilitati a somministrare vaccini anti-Covid.