3 dicembre -
“Non penso che il pranzo di Natale con i parenti rovini il piano di sanità pubblica e cambi il corso della storia del coronavirus”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto,
Luca Zaia, commentando il Dpcm durante il punto stampa. Per Zaia il Dpcm crea sperequazioni perché si mettono sullo stesso piano i comuni piccolissimi con realtà come “Roma, con 3 milioni di abitanti. Non ce l'ho con Roma, non ce l'ho con le metropoli ma la norma non sta in piedi. Che senso ha dal punto di vista sanitario?”. Una sperequazione che per il presidente Veneto riguarda sia le possibilità di movimentazione che le opportunità delle attività di ristorazione di ospitare clienti. “Chiudiamo 3 mila abitanti in un Comune microscopico, ma permettiamo a 3 milioni di persone di avere relazioni normali, comprese quelle della ristorazione”.
Per Zaia “è evidente che ormai l'approvazione di un Dpcm è diventato un cerimoniale di corte. Scrivono 'sentite le Regioni’, ma le Regioni sono sentite solo per modo di dire. Le nostre correzioni non vengono mai accolte. Se il Governo andrà avanti a testa bassa, ne prendiamo atto”. Ma “l'atteggiamento del Governo è scorretto. Perché in maniera assolutamnete collaborativa si potevano affrontare alcuni temi come il ricongiungimento dei familiari e la sperequazione sugli spostamenti”.