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QS Edizioni - martedì 26 novembre 2024

Ecco nel dettaglio come funzionerà l’App Immuni

29 aprile - L’App Immuni è focalizzata sul ​tracciamento di prossimità (anche noto come tracciamento dei contatti) basato su tecnologia Bluetooth Low Energy. Questo metodo non ricorre alla geolocalizzazione. A spiegare il funzionamento dell'App scelta dal Governo per il tracciamento digitale dei contatti in funzione anti contagio da Coronavirus  è un documento presentato oggi in audizione al Senato dalla ministra per l'Innovazione tecnologica, Paola Pisano. Il testo rappresenta lo sviluppo della prima versione dell’applicazione e sarà soggetto ad ulteriori aggiornamenti.
 
In premessa si spiega che il codice sorgente del sistema di contact tracing "sarà rilasciato con licenza open source" e quindi come software libero e aperto. L’App non accederà alla rubrica dei contatti, non richiede nemmeno il numero e non manderà SMS per notificare chi è a rischio. La sua installazione sarà volontaria da parte degli utenti e il suo funzionamento termina con la fase di emergenza, o comunque entro il 31 dicembre 2020, con la cancellazione di tutti i dati generati durante il suo funzionamento. "L’App - spiega il documento - non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione degli utenti, ma registrerà esclusivamente dei codici randomici inviati dai dispositivi di altri utenti dell’app mediante la tecnologia Bluetooth Low Energy".
 
Gli obiettivi dell’app sono:
• Avvisare l’utente del suo stato di rischio, nel caso in cui sia stato esposto a un possibile contagio attraverso un contatto con un paziente positivo a Covid-19 oppure se presenta sintomi riconducibili a Covid-19
• Fornire all’utente tutte le informazioni necessarie per affrontare la situazione, ad esempio offrendo indicazioni sulla patologia e le azioni di sanità previste e fornendo i contatti del Dipartimento di prevenzione della propria Asl di riferimento
 
In tema di privacy si spiega poi che l’App "recepisce pienamente i suggerimenti contenuti nelle ​raccomandazioni emanate dalla Commissione Europea il 16 aprile 2020 in merito alle app per il tracciamento di prossimità. In particolare, sfrutta un approccio tecnologico che permette all’app di espletare la sua funzione ​senza che siano raccolti dati identificativi degli utenti​".
 
L’App infatti ​non​ raccoglie:
-nome e cognome
- codice fiscale
- indirizzo di residenza
- numero telefonico
- indirizzo email
- dati di localizzazione
- dati di movimento
- identità dei contatti
 
 
Nel documento si aggiunge inoltre che "l’App non effettua operazioni di profilazione sugli utenti. È importante sottolineare che l’App è stata progettata in modo che, nella fase di tracciamento di prossimità, non possa essere trasformato da chi lo gestisce in uno strumento di sorveglianza o di limitazione della libertà degli utenti. L’App può pertanto essere installata in sicurezza, permettendo ai cittadini di riporvi la fiducia necessaria a garantirne l’ampia adozione".
 
Ma come funziona il tracciamento di prossimità? “Il sistema di contact tracing utilizza il ​modello annunciato da Apple e Google​". Si ribadisce quindi come il funzionamento del tracciamento di prossimità si basi esclusivamente sulla tecnologia Bluetooth Low Energy​.
 
Questa scelta di progettazione, si spiega nel testo, ha due vantaggi rispetto all’approccio legato alla geolocalizzazione:
• È più precisa, in quanto la tecnologia individua solo dispositivi nel raggio di pochi metri e ignora gli altri. Questo permette di evitare di notificare utenti in realtà non a rischio perché non sono entrati in un raggio abbastanza ristretto rispetto a un utente positivo.
• Rispetta maggiormente la privacy, in quanto evita di localizzare l’utente. L’app è in grado di determinare che è avvenuto un contatto stretto fra due utenti ma non il luogo in cui esso è avvenuto.
 
 
Una volta attivata, l’App scambia codici generati randomicamente con altri dispositivi che hanno installato l’App, grazie a segnali Bluetooth Low Energy. Questi codici non permettono di risalire all’identità dell’utente. Lo scambio è bidirezionale: "Ogni smartphone ​invia il proprio codice randomico e ​riceve i codici randomici degli smartphone nelle vicinanze, salvandoli nella propria memoria interna. Per rendere il sistema più sicuro, il codice randomico ​cambia frequentemente​. Questo significa che, se anche uno smartphone incrociasse un dispositivo che aveva 'visto' in precedenza, il codice randomico ricevuto sarebbe nel frattempo cambiato, impedendo a potenziali malintenzionati di manipolare il sistema per tracciare gli spostamenti di un utente, anche con metodi molto sofisticati, per esempio mettendo antenne Bluetooth in giro per la città".
 
Quando un utente risulta positivo al Covid-19, l’operatore sanitario che gli ha comunicato l’esito lo invita a selezionare l’opzione “Carica dati”. L’app restituisce un codice numerico che l’utente comunica all’operatore sanitario. "Il codice viene inserito, da parte dell’operatore sanitario, all’interno di un’interfaccia gestionale dedicata e il caricamento viene validato. La lista dei codici randomici che lo smartphone ha inviato nei giorni precedenti viene a questo punto caricata sul server, al fine di notificare gli utenti con cui è stato a contatto del rischio a cui sono stati esposti. Anche gli utenti per cui il test ha avuto esito negativo possono, se lo desiderano, caricare informazioni utili a consentire la calibrazione del sistema, requisito fondamentale affinché l’app funzioni a dovere".
 
A questo punto, grazie ai codici randomici caricati dal paziente positivo, "l’app è in grado di verificare se c’è stato un contatto tra altri utenti e il paziente positivo e quindi un potenziale contagio. L’app allerta quindi i ​contatti stretti (utenti che sono stati a contatto con il caso indice entro i due metri di prossimità per più di 15 minuti) e i ​contatti casuali (utenti che sono stati a contatto con il caso indice entro i due metri di prossimità per meno di 15 minuti) e fornisce all’utente le misure di prevenzione previste dal Ministero della Salute. A titolo di esempio, può invitare alla misurazione della temperatura, al monitoraggio dei sintomi, all’isolamento fiduciario e offrire consigli su come comportarsi alla comparsa dei sintomi, il contatto con il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl ecc", si spiega nel documento di approfondimento.
 
Nel testo si sottolinea che il sistema rende possibile notificare un utente venuto a contatto con un altro utente risultato positivo del rischio di contagio ​senza che al sistema sia nota né l’identità del paziente positivo, né l’identità del contatto​.
 
 
Affinché l’app possa essere davvero efficace nel contrasto al Covid-19, si spiega però come sia indispensabile che si integri nel modo più efficiente possibile con i processi e i sistemi informativi del Servizio Sanitario Nazionale. Ed in questo senso lo sviluppo dell'applicazione è ancora in corso. "L’App causerà inevitabilmente un aumento delle interazioni tra il cittadino e i Dipartimenti di prevenzione delle Asl, vista la finalità dell’App di informare riguardo al possibile rischio di essere positivi al Sars-CoV-2. Si renderà necessario rispondere con la digitalizzazione di processi che in questo momento avvengono in modo manuale. ​Stiamo anche valutando di inserire un ​diario dei sintomi​, compilato dall’utente e non condiviso con nessuno. I dati del diario dei sintomi non vengono caricati sul server, rimanendo sullo smartphone dell’utente. A tal proposito è in atto un confronto col Ministero della Salute che si propone di identificare le ulteriori funzionalità da inserire nel sistema per garantirne il successo". 
29 aprile 2020
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