16 gennaio -
“La Consulta delle professioni sanitarie e sociosanitarie che si è insediata oggi al ministero della Salute per iniziativa del ministro Roberto Speranza, avrà come tema immediato di riflessione il ruolo delle Federazioni nella loro veste di enti sussidiari dello Stato, per essere di supporto alle politiche dell’assistenza mantenendo per ogni Federazione la piena titolarità della propria politica professionale”.
Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) che rappresenta oltre 450mila infermieri, commenta le due riunioni che al ministero della Salute hanno dato il via alla Consulta delle professioni sociosanitarie e all’Osservatorio contro la violenza sugli operatori sanitari.
“Un’iniziativa – prosegue Mangiacavalli - che da subito ha dato il senso dell’attenzione del ministro alla politica professionale e che è partita nel giusto verso di definire con chiarezza il ruolo degli ordini dopo la legge 3/2018 (regolamenti, mandati, ecc) e la necessità di lavorare su tre tracce fondamentali illustrate dal ministro, utili allo sviluppo del Servizio sanitario nazionale: rivedere i modelli di programmazione economica, il rapporto ospedale territorio e dare impulso alla sanità digitale”.
“Altro tema rilevante su cui le professioni lavoreranno insieme – ha aggiunto – è quello trasversale della formazione. Si tratta di argomenti che la FNOPI condivide e sui quali anzi sottolinea la necessità di massima integrazione, soprattutto per quanto riguarda la gestione e le opportunità rispetto alla sanità digitale e alle interconnessioni tra professioni in un quadro di reale multidisciplinarietà”.
Buone notizie anche sul fronte della violenza contro gli operatori sanitari.
“Il ministro si è impegnato ad accelerare i lavori parlamentari alla Camera sul disegno di legge già approvato al Senato, ma se il parlamento non darà in fretta i risultati attesi anche a procedere con una iniziativa governativa. E si è dichiarato d’accordo a lavorare molto sulla cultura di pazienti e operatori”.
Un tema questo su cui la FNOPI ha già avuto un’ottima risposta dai suoi iscritti rispetto al corso di formazione continua on line offerto gratuitamente dalla Federazione, a cui hanno già partecipato in soli 4 mesi 94.403 infermieri, ottenendo anche risultati positivi nell’applicazione dei comportamenti appresi con una sensibile riduzione delle aggressioni.
“Non dimentichiamo – ha spiegato Mangiacavalli – che quella infermieristica è una delle professioni più coinvolte e a rischio: In base ai dati rilevati dall’Università di Tor Vergata di Roma si può dire che circa 240mila infermieri su 270mila dipendenti durante la loro vita lavorativa hanno subito una qualche forma di violenza, sia pure solo una aggressione verbale. Delle aggressioni denunciate secondo l'Inail (ma molte sono quelle non denunciate, almeno 6-8 volte tanto) il 46% sono a infermieri (sono i primi a intercettare i malati al triage, a domicilio ecc. e quindi i più soggetti). Quindi le aggressioni agli infermieri sono circa 5.000 in un anno (anche se spesso quelle verbali non si vedono e non le denuncia nessuno), 13-14 al giorno in media”.
“Tutto questo però non basta – conclude Mangiacavalli -: è necessario rivedere anche i corsi di laurea per dare maggiore attenzione in termini di formazione a questo tema, agendo sia sugli ordinamenti didattici che sul sistema Ecm (educazione medica continua)”.