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QS Edizioni - mercoledì 15 gennaio 2025

Carnevali (Pd): “Introdurre gli screening gratuiti e concludere il piano per l’eliminazione. Un obiettivo a portata di mano”

9 dicembre - "L’epatite C si può sconfiggere, guadagnando innanzitutto in salute e consentendo di prevenire e curare la stragrande maggioranza delle cirrosi e delle neoplasie epatiche – dichiara Elena Carnevali, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Affari Sociali e Sanità alla Camera - La cura dell’epatite C rappresenta un ottimo investimento in termini di salute pubblica: infatti, all’aumentare del numero dei soggetti trattati, i costi del trattamento si sono ridotti significativamente, permettendo così di eliminare il virus dell’epatite C pur mantenendo sostenibile la spesa negli anni futuri".
 
"Tale aspetto è stato confermato da uno studio dell’Iss (Marcellusi et al., 2019) che ha evidenziato come da gennaio 2015 a dicembre 2017 l'investimento per i nuovi farmaci sia stato pari a 25, 15 e 9 milioni di euro, rispettivamente ai tre anni presi in considerazione, e come gli eventi clinici evitati (come i ricoveri per cirrosi, l’epatocarcinoma e il trapianto di fegato) abbiano permesso di ottenere un recupero degli investimenti iniziali per l’acquisto dei farmaci che ha portato ad un risparmio totale stimato dopo 20 anni di € 50.13 milioni (per i pazienti del 2016) e di € 55.5 milioni (per quelli del 2017).
 
Se oggi siamo stati capaci di raggiungere la soglia di 200 mila pazienti, come presentato nel ciclo di audizioni sull’indagine conoscitiva promossa dalla collega M. Rostan, emerge anche in modo univoco che rimangono da trattare circa altri 300 mila pazienti, come dimostrato da un recente studio dell’Iss per il congresso dell’American Association on Liver Disease (AASLD Boston 8-12, novembre 2019)".
 
"Oggi la nostra difficoltà - prosegue Carnevali - è quella di reclutare i pazienti e le persone più esposte ai fattori di rischio. Viviamo nel paradosso di avere un Fondo per farmaci innovativi non oncologici che anche quest’anno ha visto un sottoutilizzo di 130 milioni rispetto ai 500 milioni stanziati. Per questa ragione va inserito un programma di screening - di cui ho già reso noto il Ministero della salute – che, come suggerito da molti esperti e dall’ISss e Aifa, può essere introdotto anche per coorti di età. Con un programma triennale raggiungiamo l’obiettivo di screening nella popolazione generale (screening universale) mediante l’esecuzione del test per la ricerca di anticorpi anti-HCV. Oggi giustamente Gardini, Presidente di Epac Onlus, solleva le sue preoccupazioni riguardo la scadenza imminente dell’innovatività dei farmaci antivirali per l’epatite C con la conseguente uscita dal “fondo speciale” e quindi l’approdo al Fondo sanitario regionale, con le differenze macroscopiche ben note. Ancora non sappiamo come si comporterà Aifa riguardo la richiesta di rivalutazione dell’innovatività. Nella audizione alla Camera in commissione Affari Sociali il Presidente di Aifa, Luca Li Bassi, non ha lasciato molti margini anche in virtù di una ri-contrattazione del prezzo che determinerebbe una riduzione dei costi. Chiederemo di certo chiarimenti al Ministero in merito alla Determina del 12 settembre 2017 e del mancato decreto attuativo".
 
"Sono fortemente convinta che indebolire il piano di eliminazione sarebbe imperdonabile ed è anche per questa ragione che dobbiamo introdurre il piano di screening. Ci sono ben pochi Paesi al mondo che possono garantire obiettivi di salute come questo a portata di mano. Dobbiamo fare di tutto perché si realizzi", conclude la capogruppo PD in Commissione Affari Sociali. 
9 dicembre 2019
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