29 novembre -
“Ha ragione il Ministro Speranza: l’accordo chiuso ieri tra Ministero della Salute, Mef e Regioni sul Patto della Salute, che vede triplicati i fondi per le assunzioni di medici e infermieri, è veramente una bella notizia. È un passo importante a sostegno del nostro Servizio Sanitario Nazionale che, come sempre ricorda lo stesso Ministro, si poggia sul capitale umano, costituito dai suoi professionisti”.
Così il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo),
Filippo Anelli, commenta l’esito dell’incontro di ieri: briefing che, come ha ‘twittato’ il Ministro Roberto Speranza, ha ‘sciolto i nodi’ sul documento fondamentale per la sanità italiana, che vede ormai in dirittura d’arrivo la sua approvazione. Tra i punti essenziali, oltre all'aumento del fondo sanitario nazionale, gli investimenti sul Personale: i fondi regionali potranno passare dal 5% della spesa sanitaria al 15%.
“È urgente colmare la grave carenza dei medici specialisti e degli altri professionisti sanitari – argomenta -. I medici continuano infatti ad assicurare l’assistenza pur in una condizione emergenziale di carenza di organico, e ben oltre il dovuto. Secondo l’Anaao-Assomed, l’associazione dei Medici dirigenti, sono quindici milioni le ore di straordinario che i medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale effettuano ogni anno oltre il tetto massimo, e che non vengono quindi retribuite. Una disponibilità, quella dei medici, frutto della dedizione ai pazienti e della passione per la Professione, che però non può diventare atto dovuto, sul quale far conto, senza nessun riconoscimento, per sostenere il sistema”.
“Ora speriamo che si riescano a trovare risorse – continua Anelli – per sostenere le politiche già avviate dal Ministro, investendo anche sul territorio e permettendo ai medici di medicina generale di poter lavorare insieme agli infermieri di famiglia. E questo per sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla diagnostica strumentale, sulla quale il Governo ha scelto di puntare nella Legge di Bilancio, offrendo così la migliore assistenza ai cittadini”.
“Un Paese moderno, con un servizio sanitario efficiente e aderente ai bisogni di salute dei cittadini, non può infatti non fare i conti con l’attuale panorama, che prevede una gestione attenta della cronicità – conclude -. Gestione che non può che essere condotta principalmente sul territorio, e cioè accanto al cittadino, e con un lavoro di equipe multidisciplinare, che veda i diversi professionisti lavorare insieme in modo sinergico, ognuno per le proprie competenze”.