22 novembre -
“Le motivazioni della sentenza sul suicidio assistito indicano una strada stretta su cui il Parlamento è chiamato a intervenire. Un sentiero che, in particolare, pone condizioni severe per la verifica della non punibilità in concreto dell'aiuto al suicidio, attraverso l'intervento di un organo terzo di garanzia chiamato a valutarle preventivamente, e la verifica puntuale di strutture pubbliche. Insieme a ciò la sentenza ribadisce con chiarezza che non è configurabile un obbligo a carico di medici di farsi carico della somministrazione di farmaci letali, e correlativamente non è configurabile un diritto del paziente a trattamenti eutanasici. Insomma, si resta sul piano di una depenalizzazione molto limitata e rigorosa. In questi termini, mi pare una sentenza equilibrata, che ritengo consentirà al Parlamento di intervenire in modo congruo e appropriato”.
Lo dichiara il capogruppo dem in commissione Giustizia
Alfredo Bazoli.