9 ottobre -
“La Medicina di Famiglia è, e sempre di più dovrà essere, il “corpo intermedio” ovvero il “punto di riferimento” nel Servizio Sanitario Nazionale. La Medicina di Famiglia tra i suoi pazienti ha molti “fortunati”. L’unica sfortuna è che “questo corpo intermedio”, questo “punto di riferimento”, non è sempre stato messo in condizione di avere tutti gli strumenti necessari a non lasciare nessuno da “solo” e non sentirsi solo a sua volta”. È questo uno dei passaggi della
relazione del Segretario nazionale della Fimmg,
Silvestro Scotti che dal palco del 76° Congresso nazionale in corso a Villasimius in Sardegna
“Sono tanti – precisa - , troppi, gli anni in cui abbiamo cercato in risposte organizzative complesse la migliore risposta assistenziale senza curare prima la definizione del modello elementare, “di base”, così superiamo anche l’accezione negativa che viene dato a questo termine da molto tempo. Nessuno costruisce una capanna o una casa, senza avere presente il costituente elementare di quella costruzione, sia esso un ramo o un mattone”.
“Ebbene – incalza - oggi siamo al punto in cui non si può più rimandare l’idea di definire il mattone della Medicina Generale ovvero quell’unità professionale di base capace di erogare assistenza alla massima intensità possibile, nel piccolo paese come nella grande città, nella diversità dell’evoluzione demografica, ma anche capace di integrarsi nei modelli organizzativi complessi, in molte regioni già presenti e sperimentati, arricchendoli e potenziandoli grazie ad un mattone più forte, più resistente, più adattivo alle sfide che ci troviamo già davanti”.
“Da questo nasce – conclude - la proposta di FIMMG del Microteam, dove il contenitore non è più il singolo medico ma una unità multi professionale composta da un medico di famiglia, un collaboratore di studio medico, un infermiere e, attraverso la definizione del ruolo unico, integrata dal medico di continuità assistenziale o, come sarà definito nel prossimo ACN, dal Medico di Medicina Generale a ciclo orario”.