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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Nursing Up al nuovo Governo: “C’è un virtuoso processo di riforma della professione infermieristica che non può essere fermato”

5 settembre - Il Nursing Up scrive a tutte le parti politiche impegnate nel nuovo esecutivo affinché sappiano "lavorare insieme in un clima di leale e concreta collaborazione per portare avanti e varare i provvedimenti che vedono protagonista la professione infermieristica, al centro di un importante processo di riforma ventennale che richiede ora uno scatto culturale e di visione nelle politiche sanitarie del Paese". Priorità improcrastinabile, per il Nursing Up, al netto del Decreto Calabria, è lo sblocco del turnover "per far respirare il Servizio Sanitario Nazionale, già carente di 76mila unità, secondo i recenti dati del Centro studi Fnopi all’indomani dell’introduzione della Quota 100”.
 
“Il personale infermieristico - fa notare il Nursing Up al nuovo Esecutivo - è in sofferenza, spesso demansionato e vessato da un contratto nazionale che non riconosce in alcun modo la sua alta qualificazione, un personale sceso di 10mila unità in 10 anni: gli infermieri erano 264.177 nel 2007 e ammontano a 253.430 nel 2017, stando alle rilevazioni dell’Ufficio di statistica - Direzione generale della digitalizzazione del sistema informativo sanitario e della statistica. Un personale, quello infermieristico, che è stato sottoposto quest’estate a uno stress test drammatico tra straordinari obbligatori, sistematiche violazioni del diritto ai riposi e aggressioni quotidiane agli operatori in servizio. Ebbene la situazione è allarmante, ci vuole un cambio di passo decisivo che sappia allungare lo sguardo”.
 
Nursing Up chiede quindi, al nuovo Governo, la proroga delle graduatorie degli idonei, la stabilizzazione dei precari e prima di tutto nuove assunzioni. “Gli infermieri della Pubblica amministrazione, ridotti all’osso, stanno scontando sulla loro pelle le gravi conseguenze di una politica miope e priva di lungimiranza. Oltretutto è trascorso un anno da quando la Commissione paritetica sull’ordinamento professionale avrebbe dovuto concludere i lavori su come inquadrare il professionista sanitario del futuro, un organismo istituito presso l’Aran e rivelatosi completamente inconcludente. Se dunque l’ultimo anno è andato perduto, è arrivata l’ora di rimboccarsi le maniche e spingere sull’acceleratore per quanto riguarda le misure straordinarie per l’occupazione e, nel frattempo, integrare almeno il numero di infermieri che è andato in pensione.”

Altra facilitazione alla ripartenza del sistema sarebbe, per il sindacato, quella di “togliere le limitazioni sulla libera professione per gli infermieri pubblici varando quanto prima il ddl sull’attività intramoenia per le professioni non mediche, dando così la libertà al cittadino di scegliere da chi farsi curare come già avviene per i medici”. Per il sindacato degli infermieri Nursing Up grande è l’emergenza nella sanità e “occorrono misure coraggiose e repentine che facciano fronte quanto meno alla situazione attuale. La mancata sostituzione dei 33.500 professionisti in uscita (22mila per Quota 100 più gli 11.500 pensionamenti naturali) andrebbe a creare ulteriori vuoti nelle unità operative e si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla qualità delle prestazioni erogate. Un danno che si sta già verificando senza che nessuno intervenga per sventare il disastro".

"Intendiamo dare fiducia al nuovo esecutivo - conclude il Nursing Up -, in particolare al nuovo ministro della Sanità Roberto Speranza, ricordandogli che è stato avviato da lungo tempo un processo virtuoso di riforma della professione infermieristica che non può essere fermato se non vogliamo diventare fanalino di coda in Europa. Quel che è certo è che al nuovo esecutivo spetta un compito denso di sfide, per questo il sindacato degli infermieri Nursing Up, augurandogli buon lavoro, si mette a disposizione in qualità di catalizzatore delle istanze dei professionisti sanitari, per collaborare sul tema fondamentale del diritto alla Salute che unisce infermieri e cittadini in un Patto di alleanza imprescindibile".
5 settembre 2019
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