27 settembre -
"Sono convinta che l’obbligo, pur necessario, debba comunque tener conto della situazione epidemiologica che si registra in un dato contesto territoriale o in determinate comunità o in relazione categorie d’individui. Obbligare alle vaccinazioni può essere necessario, dunque, ma non è sufficiente a fini di prevenzione. Lo dimostra l’epidemia di morbillo in corso nel nostro Paese: l’aumento di coperture che l’obbligo ha prodotto nelle generazioni dei nuovi nati non ha interrotto la diffusione della malattia".
Lo ha spiegato oggi la ministra della Salute,
Giulia Grillo, intervenendo in Aula al Senato per rispondere la question time sul tema presentato da
Andrea Marcucci (Pd).
"Infatti, l’eliminazione del morbillo richiede l’attuazione di un complesso di interventi, descritti in un Piano già disponibile e che è stato tuttavia colpevolmente dimenticato dal 2011, oltreché non finanziato - ha spiegato Grillo -. Per interrompere l’epidemia occorre, per esempio, promuovere la vaccinazione tra gli operatori sanitari per garantire le occasioni di contatto con i servizi sanitari e occorre potenziare molto la comunicazione sociale. Ecco perché intendo aggiornare rapidamente il Piano Morbillo e proporre al Governo e alle Regioni di assumersi impegni concreti, trasformando le raccomandazioni del Piano in azioni finanziate e verificabili".
"In questo senso è apprezzabile l’iniziativa parlamentare che mira a completare la normativa vigente. Auspico che siano previste iniziative concrete: potenziare i servizi vaccinali, rendere operativa l’anagrafe nazionale, monitorare le coperture e gli eventi avversi e finanziare adeguatamente la spesa. Tra i tanti strumenti non dovrebbe mancare anche quello dell’obbligo. Saranno gli organi istituzionali dello Stato e delle Regioni a stabilire per quali vaccini e per quali popolazioni varrà l’obbligo. La politica renda possibile obbligare, se necessario, la scienza stabilisca dove e quando è necessario! Anche per i bimbi immunodepressi – la cui tutela mi sta particolarmente a cuore - è sbagliato puntare solo sull’obbligatorietà".
"Chi lo fa, credo che operi in modo strumentale: perché, al momento, per le fasce d’età scolare permane esattamente il regime previsto dal decreto Lorenzin; e poi perché la vaccinazione dei compagni di classe non basta a proteggere contro tutti i rischi cui sono, purtroppo, esposti quei bimbi.
Come ci ha ricordato il Centro Nazionale dei Trapianti, la loro protezione richiede progetti personalizzati che tengano conto di tutti i rischi ambientali e non solo di quelli scolastici, delle loro difese residue e delle loro capacità di controllare le relazioni, perché, crescendo, imparano a proteggersi e a evitare i rischi.
Anche l’ultima domanda è strumentale, atteso che col “Milleproroghe” non s’è fatto altro che prorogare un regime già previsto per lo scorso anno scolastico dal decreto Lorenzin. Pertanto, a legislazione vigente, dopo il 10 marzo 2019, avranno accesso alle scuole dell’infanzia e ai servizi educativi per l’infanzia i minori, i cui genitori daranno prova di quanto già dichiarato mediante la presentazione del libretto vaccinale o di altra documentazione idonea", ha concluso Grillo.