14 dicembre -
“Un tema così delicato che investe le sensibilità personali come le disposizioni anticipate di trattamento, avrebbero meritato ben altro approccio da parte di quest’aula, dei colleghi di maggioranza, del governo. Si preferisce invece la strada della propaganda, per portare a casa una legge purchessia, che produrrà una mole di ricorsi in Tribunale e non risponderà alle esigenze dei cittadini che giustamente richiedono alla politica il sacrosanto diritto di trovare nelle leggi dello Stato il principio di proporzionalità delle cure e quello, nobilissimo da un punto di vista etico e umano, dell’accompagnamento alla conclusione dell’esperienza terrena in una logica solidaristica che si poggia sul rapporto primario tra medico e paziente. Invece, questo ddl incide profondamente sui principi della deontologia medica, sulla libertà e sulla stessa tutela della salute, includendo nei trattamenti sanitari idratazione e alimentazione.
Penso che ci troviamo di fronte ad un testo ambiguo, confuso e incompleto che presenta tra l’altro diverse distorsioni di tipo giuridico e burocratico. La cartina di tornasole è il pasticcio del registro nazionale delle Dat.
Il peccato originale dell’intero impianto normativo sta nel passaggio disinvolto dalla dichiarazione alla disposizione. Viene inserita una finta obiezione di coscienza in capo al medico. Intorno al letto del moribondo, si mette in scena un assurdo balletto, in attesa di capire se i familiari possano decidere in modo collegiale oppure chi sia il o i familiari che devono provvedere ad adempiere le disposizioni del paziente in fine vita.
Siamo scivolati rovinosamente verso il basso e il Parlamento consegna al Paese una pessima legge che rischia di far virare la nostra società verso una grave forma di nichilismo, anziché consolidare gli strumenti di tutela e di assistenza. In questo senso, mi piacerebbe capire come sia stata applicata la legge 38 sulle cure palliative e le terapie del dolore - votata nella scorsa legislatura all’unanimità - sui territori.
Questa legge privilegia un percorso orientato alla morte e non al rispetto della vita che, per me, è un bene non negoziabile. Per questi motivi, con una interpretazione assolutamente laica e senza alcuna pregiudiziale, il gruppo Gal esprime la propria valutazione negativa e dichiara il proprio voto contrario a questo pessimo disegno di legge che non fa bene al Paese e alla sua democrazia”.
Lo ha dichiarato
Luigi d’Ambrosio Lettieri (Dit/Gal), componente Commissione Sanità Senato, nel suo intervento di dichiarazione di voto sulle Dat in Senato.