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Le decisioni che verranno adottate dal G7 Salute, che apre domani a Milano il ministro
, sono state precedute e supportate da un fattivo confronto attivato con la comunità scientifica internazionale sulle strategie più efficaci per affrontare a livello globale e in tempi brevi gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute.
Il cambiamento di frequenza degli eventi estremi come ondate di calore, precipitazioni eccezionali e siccità ha effetti diretti sulla salute di esseri umani e sugli animali. Picchi di mortalità sono stati registrati nelle fasce della popolazione più fragili e vulnerabili. Gli impatti sull’ambiente hanno effetti indiretti sulla salute umana e degli animali, anche alterando le condizioni di vita e lavoro.
– affrontare l’impatto e gli effetti dei fattori climatici e ambientali sulla salute;
– promuovere la salute e le cure delle donne e degli adolescenti;
– rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari per essere pronti a rispondere in modo rapido, efficace e coordinato a emergenze di sanità pubblica e a sfide a lungo termine.
La presidenza italiana ha coordinato i lavori preparatori, cui hanno partecipato i rappresentanti dei Paesi G7 e dell’Unione Europea, con l'obiettivo di proporre una strategia globale sulla salute e, quindi, di individuare le politiche più efficaci e le azioni attuabili in tempi brevi a livello mondiale.
La ministeriale G7 Salute è stata preceduta da lavori preparatori e da una discussione che hanno coinvolto non solo le Organizzazioni/Agenzie specialistiche ma anche scienziati, ricercatori, professionisti di diversi estrazioni a livello internazionale, che hanno fornito il loro contributo con una consultazione (Delphi) per fornire un supporto e un ampio consenso alle decisioni politiche, basate sulla scienza e sulla crescente evidenza dei diversi impatti dei fattori climatici e del peggioramento ambientale sui profili sanitari delle comunità, in modo da definire le migliori strategie e individuare un insieme di possibili azioni come concetti e argomenti da sviluppare nella Dichiarazione finale dei ministri.
Impatto dei fattori climatici e ambientali sulla salute
Il cambiamento di frequenza degli eventi estremi come ondate di calore, precipitazioni eccezionali e siccità ha effetti diretti sulla salute di esseri umani e sugli animali determinando:
– per la fine del 21° secolo il cambiamento della temperatura di superficie probabilmente sarà causa di un aumento di 1.5 °C in più rispetto al 1850;
– tra il 2000 e il 2016 il numero di persone vulnerabili esposte alle ondate di calore è aumentato di circa 125 milioni;
– picchi di mortalità nelle fasce della popolazione più fragili e vulnerabili;
– alterazione delle condizioni di vita e lavoro (diminuzione del 5,3 % in produttività per il lavoro rurale a livello globale a partire dal 2000 come risultato dell’aumento delle temperature );
– aumento della diffusione degli insetti vettori e, di conseguenza, del rischio di trasmissione di malattie infettive, una volta considerate esotiche e ora ri-emergenti (Chikungunya, febbri West Nile e Dengue, malaria, Zika); (drastico aumento del 3% e 5,9% della capacità vettoriale per la trasmissione di Dengue di due tipi di zanzare sin dal 1990; In Italia dall’agosto 2017 al 20 ottobre sono stati confermati 358 casi di Chikungunya);
– diminuzione delle risorse idriche e della qualità dell’acqua;
– entro il 2050 si prevedono riduzione della disponibilità di cibo a livello globale e del consumo di frutta e verdura, nonché un netto incremento in tutto il mondo delle morti correlate alla nutrizione (declino del 6% della produzione di grano e del 10% del riso per ogni grado aggiuntivo (1°C) di aumento della temperatura globale);
– incremento di fenomeni migratori; in futuro si potrebbero avere 10 milioni di persone per volta in movimento per eventi climatici avversi e/o per gli effetti dei processi climatici a lungo termine.
La presidenza italiana, insieme agli altri paesi G7, ha individuato diverse azioni di adattamento e mitigazione da promuovere al loro interno e con azioni di advocacy per stimolare e supportare direttamente i Paesi a maggior rischio, mediante un approccio ‘One Health’, con il coinvolgimento armonico fra salute umana e animale:
- politiche di riduzione delle emissioni, di cui i co-benefici sulla salute sono ampiamente discussi in letteratura;
- irrobustire e promuovere/sostenere le sorveglianze, sia delle malattie infettive, sia più in generale le sorveglianze collegate/collegabili ai fattori climatici e ambientali;
- tutelare le risorse d’acqua, potenziando gli aspetti infrastrutturali e garantendone la sicurezza;
- intensificare il controllo dei vettori di agenti patogeni;
- individuare nuovi strumenti di prevenzione, come farmaci e vaccini;
- rafforzare i sistemi sanitari (con particolare riferimento ai paesi con flussi migratori – in uscita o transito), con particolare attenzione agli aspetti relativi all’immunizzazione;
- garantire appropriati e sicuri sistemi alimentari,
- promuovere la costruzione di città sostenibili.
Salute e cure delle donne, dei bambini e degli adolescenti
La presidenza italiana ha voluto richiamare l’attenzione al dovere etico e sociale per promuovere e tutelare la salute globale, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili. In particolare, verrà affrontato il tema della salute e cure delle donne, dei bambini e degli adolescenti, anche sulla base della Strategia Globale per le donne, bambini e adolescenti delle Nazioni Unite e in linea con il documento sulla ‘G7 Roadmap for a gender-responsive economic environment’, adottato al summit di Taormina.
In questo contesto, sono state individuate le seguenti attività:
1. promuovere il fondamentale ruolo della donna nella famiglia e nella società, svolgendo la preziosa funzione di guida della salute e portatrice di cure;
2. supportare la salute delle donne durante tutte le fasi della vita, con particolare attenzione alle malattie trasmissibili e non, alla salute riproduttiva e sessuale e alla violenza di genere;
3. investire nella istruzione degli adolescenti per migliorare le loro abilità e capacità.
Resistenza antimicrobica
L'AMR è una delle priorità sia per il ministero della Salute italiano che per la presidenza italiana del G7, proprio perché consapevoli di quanto siano enormi i rischi connessi e quanto sia complessa tale problematica. Il fenomeno dell’AMR non può essere gestito unilateralmente o parzialmente: gli impatti economici e sulla salute sono notevolmente elevati e richiedono l'adozione e l'attuazione di un approccio One Health.
Per queste ragioni, è fondamentale procedere in tal senso:
•
supportare l’adozione del Piano di azione globale sulla resistenza agli antimicrobici in cooperazione con OMS, FAO, OIE (Organizzazione mondiale per la salute degli animali) e incoraggiare il varo di
piani nazionali;
• favorire un uso appropriato degli antibiotici e migliorare la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria;
• promuovere e coordinare la ricerca e lo sviluppo di nuove farmaci, ma anche in relazione ai fattori climatici e ambientali (aspetto sin ora poco studiato);
• approfondire i collegamenti tra la resistenza antimicrobica antropogenica e i rischi per la salute umana, animale e dell’ecosistema mediante la ricerca sull’incidenza, sulla prevalenza e sui pattern geografici dell’ AMR e sull’utilizzo degli antimicrobici (AMU), includendo la diffusione attraverso patogeni diversi, la circolazione nella popolazione, dagli umani agli ani-mali e viceversa, e attraverso i serbatoi alimentari e ambientali.
Un altro aspetto molto importante riguarda la collaborazione inter e multi settoriale per poter raggiungere e attuare gli obiettivi prefissati. È fondamentale condividere esperienze, informazioni, buone pratiche tra i paesi G7, al fine di creare una piattaforma comune, e all’interno dei singoli paesi tra le diverse istituzioni/autorità competenti, nonché promuovere la formazione, il coinvolgimento delle comunità e dei diversi ‘stakeholders’ favorendo la collaborazione.