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QS Edizioni - mercoledì 30 ottobre 2024

Regioni e Asl

Toscana. Presentato il Dipartimento di Medicina Legale e Tutela Diritti in Sanità

di Pasquale Macrì e Lorenzo Menozzi

Mercoledì 11 settembre, a Siena, è stato presentato il nuovo Dipartimento di Medicina Legale e Tutela Diritti in Sanità della Azienda USL Toscana Sudest diretto da Pasquale Giuseppe Macrì, che nasce dall’unione dell’Area Dipartimentale Promozione ed Etica della Salute diretta da Vittoria Doretti e dall’Area Dipartimentale della Medicina Legale e gestione della responsabilità professionale, ove gli obiettivi comuni delle due Aree dipartimentali, in termini di tutela della salute, dei diritti e del diritto alla salute, potranno trovare una maggior efficacia e compiutezza nella sinergica e stretta collaborazione.

L’Area Dipartimentale Promozione ed Etica della Salute è da sempre impegnata nell'assicurare un coinvolgimento equo e inclusivo della popolazione nel determinare le proprie aspirazioni e soddisfare i propri bisogni di salute, attraverso azioni di empowerment e progettualità interdipartimentali e interistituzionali, promuovendo azioni sensibili alle differenze di genere e alle necessità delle fasce più fragili della popolazione, come anziani, migranti e vittime di discriminazioni socio-culturali. Inoltre sostiene l'associazionismo, gli enti e le istituzioni per rafforzare i progetti di promozione della salute individuale e contribuire alla sostenibilità del sistema sanitario. Per garantire la realizzazione di tali azioni nell’ambito territoriale dell'Azienda Usl Toscana Sud Est, sono stati sviluppati la "Rete aziendale Codice Rosa", volta alla erogazione di risposte socio-sanitarie per le diverse tipologie di vittime di violenza mediante percorsi specifici dedicati ai diversi target, il "Network aziendale di Educazione e Promozione della Salute" e l'organizzazione di interventi informativi e formativi indirizzati sia alla popolazione che ai dipendenti dell'Azienda.

L’Area Dipartimentale della Medicina Legale e gestione della responsabilità professionale si è sempre occupata del riconoscimento dei diritti delle persone in ambito sociosanitario ed assistenziale, nelle sue diverse articolazioni volte al riconoscimento di benefici previdenziali, alla gestione e prevenzione del contenzioso medico-legale e della responsabilità professionale sanitaria improntata alla riduzione del fenomeno della medicina difensiva ed allo sviluppo di una sanità responsabile oltreché alla facilitazione della risoluzione di eventuali conflitti tra utenza, Azienda e professionisti sanitari, a fronte di eventuale contestazioni di responsabilità professionale.

Il Servizio di Medicina Legale Clinica Ospedaliera e Territoriale fornisce inoltre attività di consulenza e informazione agli operatori sanitari e all’utenza, in merito alle questioni di interesse medico-legale che dovessero insorgere nella pratica clinica, con particolare riferimento alle tematiche inerenti al consenso e al dissenso alle cure e ai trattamenti, alle disposizioni anticipate di trattamento, alla pianificazione condivisa delle cure e al ruolo del fiduciario oltreché in merito all’avvio delle procedure di richiesta dell’amministrazione di sostegno. Il servizio si avvale anche della collaborazione del Comitato per l’Etica Clinica, interpellato nei casi di particolare complessi ed eticamente sensibili. Inoltre, attraverso l’attività consulenziale agli operatori sanitari, possono essere poste in evidenza eventuali criticità nel percorso clinico-assistenziale per la precoce implementazione di azioni di miglioramento volte alla gestione del rischio clinico, alla sicurezza delle cure e a tutelare, ex ante, i diritti dei pazienti e degli esercenti le professioni sanitarie.

Viene così sempre più affermandosi il ruolo della Medicina Legale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale come disciplina a tutela della salute e dei diritti della popolazione, con particolare attenzione ai soggetti con fragilità, estesamente intesi. La Medicina Legale, storicamente considerata come la medicina del cadavere, si è negli anni delineata come una disciplina sanitaria correlata alla attività giuridica e forense esplicata nell’attività consulenziale tecnica nei tribunali, contribuendo a chiarire questioni mediche in procedimenti giudiziari, divenendo poi una Medicina Legale “del vivente”, impegnata nella valutazione penalistica, prima, civilistica e assicurativa, successivamente, del danno alla persona.

Negli anni successivi si è andato definendosi il ruolo della Medicina Legale pubblica a tutela dei diritti previdenziali e assistenziali della persona, oltre all’importanza della stessa in tema di valutazione della responsabilità professionale sanitaria, ove i servizi di Medicina Legale del Servizio Sanitario Nazionale sono impegnati nella gestione e prevenzione del contenzioso medico-legale e della responsabilità professionale sanitaria fino a potersi includere il contenzioso nella relazione di cura, considerando il risarcimento, quando dovuto, come extrema ratio della prestazione sanitaria, ove il riconoscimento dell’errore, pur senza colpevolizzazione dei Professionisti, offre la preziosa opportunità rinsaldare il rapporto di fiducia degli stessi con il Servizio Sanitario e di migliorare le prestazioni offerte.

La Medicina Legale del Servizio Sanitario Nazionale Pubblico, nella sua contemporanea accezione di medicina giuridica - quale ponte tra mondo medico e giuridico – assume (e assumerà sempre più) il compito di fornire proattivamente soluzioni per le diverse situazioni in cui i soggetti necessitino di un supporto in ambito sanitario e assistenziale nel riconoscimento e godimento dei propri diritti. Con ciò, l’attività di consulenza, formazione e informazione prestata agli operatori sanitari e all’utenza, in merito alle questioni di interesse medico-legale che dovessero insorgere nella pratica clinica, con particolare riferimento alle tematiche inerenti al consenso e al dissenso alle cure e ai trattamenti, delinea un ruolo prioritario della Medicina Legale nella tutela dei diritti costituzionali, nella diffusione e realizzazione della cultura della relazione di cura e nella tutela delle autonomie dei pazienti, dei professionisti e degli operatori dell’Azienda, che si ritiene di primario interesse all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, venendosi così a definire un ruolo innovativo della Disciplina di cui si auspicano un sempre maggior potenziamento e diffusione.

Pasquale Macrì e Lorenzo Menozzi

13 settembre 2024
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