“Siamo ad un bivio: sulla non autosufficienza o si interviene, o il sistema andrà incontro a un inatteso declino”. È questo il grido d’allarme lanciato oggi dal Network Non Autosufficienza (Nna) che, nel corso di un incontro organizzato a Roma alla presenza del ministro della sanità Renato Balduzzi, chiede al Governo Monti di dare il via alla riforma nazionale dell’assistenza alle persone non autosufficienti.
Come? Attraverso un Patto per le persone non autosufficienti, sottoscritto dallo Stato insieme a Regioni e Comuni. Un Patto che si può siglare in tempi rapidi e che in cinque anni garantirà potenziamento e sostegno al sistema. Certo, bisogna mettere qualcosa sul piatto: 400 milioni di euro che garantirebbero agli anziani non autosufficienti, ma in generale a tutte le persone fragili, certezze sulla loro assistenza. Uno sforzo economico tutto sommato marginale per il bilancio pubblico, ha sostenuto Nna, che consentirebbe di avviare una riforma storica.
Una richiesta alla quale il ministro della Salute,
Renato Balduzzi, ha risposto: parlare in questi giorni di rifinanziamento del fondo nazionale per la non autosufficienza è “ardito” ha detto, “non posso quindi fare promesse, ma offrire il mio impegno ad aprire la strada per chi arriverà dopo. Credo che nel corso del 2012 questo nodo dovrà essere sciolto e lo proporrò al Consiglio dei Ministri. Il Governo a cui appartengo non è specialista in promesse – ha aggiunto il ministro – ma l’impegno di rifinanziare il fondo è ben presente e personalmente credo che andrebbe fatto”.
Il Nna ha le idee ben chiare sulla rotta da seguire per evitare il declino. Per questo ha tracciato una Road map che disegna il percorso da intraprendere da oggi al 2017.
“La Road Map – ha spiegato Cristiano Gori, ideatore del Nna – si fonda su alcuni obiettivi chiave. Innanzitutto assicurare interventi di qualità, sia a casa degli utenti che nelle strutture residenziali; poi insieme agli interventi, fornire alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie le informazioni, l’orientamento e i consigli che richiedono. Infine prestare particolare attenzione alle situazioni più gravi”. Un percorso che Stato, Regioni e Comuni dovranno necessariamente affrontare insieme.
Anche perché il punto di arrivo è definire i Livelli essenziali di assistenza per le persone non autosufficienti, stabilendo standard adeguati di presenza di servizi per le Regioni, che riguardino l’offerta domiciliare, le strutture residenziali e i centri diurni. “Ciò – ha spiegato
Anna Banchero – permetterebbe di introdurre, nei servizi dedicati agli anziani e agli adulti disabili, garanzie analoghe a quelle oggi assicurate dagli standard ospedalieri (ad esempio la disponibilità di posti letto). Allo stesso modo, sono da definire protocolli, linee guida e altri strumenti che promuovano la qualità dei servizi nei diversi territori”.
E proprio sul Lea è intervenuto Balduzzi: “I ‘nuovi’ Lea ormai dopo 4 anni sono diventati vecchi. A ottobre nell’ambito della discussione sul patto per la salute è facile pensare che verranno rivisitati”.
E ancora, per il Nna serve la sperimentazione di una nuova indennità di accompagnamento e la riforma dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee), sulla quale il Governo sta lavorando da tempo per rendere più equo l’accesso ai servizi per la non autosufficienza. Per quanto riguarda la prima basterebbe riprendere le indicazioni che arrivano dagli altri Paesi Ue avviando delle sperimentazioni di un anno in vari contesti locali, rappresentativi delle diverse realtà locali. Sull’Isee invece il Nna si augura che “venga presto approvato, così da diventare un cruciale tassello del Patto”.
La Road map. Il patto per le persone non autosufficienti 2012-2017
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2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
Sottoscrizione del Patto |
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Riforma dell’Isee |
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Fondo per il futuro della non autosufficienza |
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Progressiva introduzione dei livelli essenziali (standard di servizi) |
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Sperimentazione dell’indennità di accompagnamento Europea |
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Introduzione dell’indennità di accompagnamento Europea |
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