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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Cronache

Hiv: nel mondo farmaci più accessibili

immagine 19 luglio - L’Oms ha pubblicato i dati relativi all’accesso alla terapia antiretrovirale nel 2009. 1,2 milioni di nuovi accessi al trattamento nel corso dell’anno passato, ma occorre stringere i tempi del primo trattamento.
È arrivato a circa 5,2 milioni il numero di persone che nel mondo hanno ricevuto un trattamento anti-Hiv secondo l’ultimo aggiornamento dei dati dell’Organizzazione mondiale della sanità. Le cifre si riferiscono al 2009 e fotografano un allargamento nell’accesso ai farmaci senza precedenti. 1,2 milioni di persone nell’anno scorso hanno infatti avuto accesso per la prima volta a un trattamento.“È il più rilevante aumento mai registrato nell’accesso al trattamento anti-Hiv”, ha commentato Hiroki Nakatani, assistente del direttore generale per l’Hiv, tubercolosi, malaria e malattie tropicali. “Si tratta di uno sviluppo estremamente incoraggiante”. Tuttavia, il fondamentale passo successivo è un deciso cambiamento di rotta nelle modalità di somministrazione dei farmaci. Come l’Oms ripete da tempo, occorre iniziare quanto più precocemente possibile il trattamento senza aspettare che le difese immunitarie del paziente scendano oltre la soglia di guardia. “Cominciare il trattamento prima, ci da un’opportunità per consentire alle persone con Hiv di vivere in salute e più a lungo”, ha affermato Gottfried Hirnschall, direttore del dipartimento Hiv dell’Oms. Se una questo nuovo approccio fosse messo in atto, secondo modelli epidemiologici, la mortalità connessa ad Hiv potrebbe essere ridotta del 20 per cento in 5 anni. La somministrazione precoce della terapia consente infatti di prevenire infezioni oppportunistiche. Per la tubercolosi, per esempio, si stima che la mortalità potrebbe crollare del 90 per cento.
Inoltre, l’approccio precoce “ha anche benefici di carattere preventivo: dal momento che il trattamento riduce i livelli di virus nel corpo, le persone Hiv-positive hanno minori probabilità di trasmettere l’infezione al partner”, ha aggiunto Hirnschall.Naturalmente la messa in atto di una simile strategia, ampliando il numero dei malati che necessitano un trattamento, comporterà anche un iniziale aumento dei costi. Per il 2010 l’Unaids (Joint United Nations Programme on HIV/AIDS) stima siano necessari 9 miliardi di dollari. Ma, ha precisato Bernhard Schwartlander, Director, Evidence, Strategy and Results di Unaids, “l’investimento che facciamo oggi ci consentirà non solo di salvare milioni di vite, ma anche di risparmiare milioni di dollari domani. Le persone con un sistema immunitario più debole che iniziano tardivamente il trattamento hanno bisogno di farmaci e servizi più costosi di quelli che iniziano a curarsi precocemente”.
 
A.M.
19 luglio 2010
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