Più donne ai vertici della Sanità. E’ l’appello del W20 e dall’Associazione Donne Leader in Sanità in occasione dell’iniziativa Gender Equity in Health: a long Journey, che si è tenuta nei giorni scorsi e che ha visto la partecipazione della Ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia,
Elena Bonetti.
Ad aprire il dibattito sono state le padrone di casa,
Linda Laura Sabbadini, Chair del W20 e Patrizia Ravaioli, Presidente dell’Associazione Donne Leader in Sanità, promotrici dell’iniziativa. Sono intervenuti
Kyriakoula Petropulacos, direttrice generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna,
Patrizia Presbitero, Cardiologa interventista, Senior Consultant Humanitas Research Hospital e
Sarah Hawkes, direttrice del Centro UCL per il genere e la salute globale. A moderare l’evento sono state
Flavia Franconi, Presidente della Commissione W20 sulla Salute di Genere e P
aola Testori Coggi, Vice Presidente DLEADS.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel settore sanitario le donne rappresentano il 70% della forza lavoro, tuttavia solo il 25% di esse occupa posizioni di leadership nel settore.
C’è ancora molto da fare. Nella prima fase della pandemia, le donne hanno ricoperto un ruolo fondamentale, riconosciuto anche dal Governo, ma nonostante questo sono state quasi totalmente assenti nella gestione a livelli istituzionali di vertice dell’emergenza Covid-19. Quando è stato affermato che non erano state inserite nel comitato tecnico scientifico perché “non aveva trovato donne con incarichi rilevanti” è stato evidente che non basta la competenza femminile in sé per avere posizioni di leadership: bisogna verificare cosa non funziona nei meccanismi di nomina del management sanitario.
Un problema che risulta trasversale nel pubblico e nel privato, negli ospedali e nelle aziende. Per questo è nata LEADS -Donne Leader in Sanità con l’obiettivo di favorire il superamento delle disuguaglianze uomo – donna, in particolare per garantire la parità di genere nell’accesso ai più elevati gradi delle carriere e promuovere la presenza paritaria delle donne nelle posizioni di vertice delle organizzazioni pubbliche e private operanti nella Sanità.
Un maggior equilibrio di genere
LEADS ha attivato diverse iniziative la prima delle quali è il “Manifesto per un maggiore equilibrio di genere in sanità” consegnato al Presidente della Repubblica e già, sottoscritto da centinaia di persone che si propone il raggiungimento di almeno 40% di donne nel top e middle management delle organizzazioni pubbliche e private operanti nel settore.
Ma per avviare un cambio di passo necessario per una ripresa equa è necessario fare Sistema con le Istituzioni, le Associazioni, le Società Scientifiche attraverso un lavoro condiviso che possa portare ad incrementare la quote rosa ai vertici delle Istituzioni pubbliche e private.
Nasce da qui l’idea di organizzare un webinar su questo tema con il W20, uno degli engagement group del G20, il vertice dei Capi di Stato e di Governo delle principali economie mondiali, che quest’anno sarà guidato dall’Italia.
“Chiediamo maggiore presenza delle donne ai vertici della Sanità e il rispetto di una norma che già esiste nella Pubblica amministrazione che prevede almeno un terzo di donne nelle commissioni “ – dice Patrizia Ravaioli, Presidente dell’Associazione Donne Leader in Sanità – La nostra Associazione sta portando avanti diverse iniziative per perseguire il nostro obiettivo di raggiungere il 40% di donne nel top e middle management nel settore.
”Molto è stato fatto, ma molto c’è ancora da fare. – continua Patrizia Ravaioli – Nelle more di un’auspicabile norma generale sul tema, Donne Leader in Sanità ritiene urgente intervenire nel settore sanitario, in linea con il Documento “Donne per un Nuovo Rinascimento” del 25 maggio 2020, redatto dalla Task -force presieduta dalla Ministra Bonetti al fine di redigere il primo Piano Strategico Nazionale per la parità di genere. Tre gli aspetti da declinare: chiediamo una regola che assicuri una parità di genere nella nomina di consigli e comitati scientifici e sulle commissioni che nominano i direttori generali, direttori sanitari, direttori amministrativi e i direttori UOC. Una certificazione sulla parità di genere per le imprese ed organizzazioni operanti in sanità, capace di stimolare il cambiamento. La definizione di un sistema di dati e KPs aggiornati e specifici del settore sanitario”.
Le quote rosa
Un contributo importante per la presenza delle cd “quote rosa” nei Cda delle società è stato quello della legge Golfo-Mosca, che ha portato risultati concreti ed un cambiamento rilevante nella cultura del Paese consentendo di passare, in soli 6 anni di applicazione, da meno del 6% ad oltre il 36% della rappresentanza femminile. Tuttavia non è stata sufficiente, da sola, ad avere un “effetto a pioggia” “ovvero a far sì che le donne in posizione apicale supportassero poi le altre donne in posizione di top e middle management a raggiungere ruoli apicali”.
Inoltre con la legge 160/2019 l’obbligo di rappresentanza del genere meno rappresentato è salito a 2/5. Tuttavia dai recenti dati emersi dal Rapporto Consob 2020 emerge un quadro preoccupante: la presenza femminile è in leggero aumento per il ruolo di Presidente, comunque sotto il 4% del totale mentre il numero di donne nel ruolo di amministratore delegato continua a scendere: era poco più del 3% del totale nel 2013, è meno del 2% alla fine dell’anno scorso “Le donne sono state un pilastro della lotta contro il Covid. Sono la maggioranza delle lavoratrici della Sanità e la minoranza di chi la governa” dichiara Linda Laura Sabatini, Chair del W20.
“È fondamentale la visione delle donne per il rafforzamento del nostro sistema sanitario quindi vogliamo meccanismi per impedire il monopolio maschile. Quote ai livelli alti. Inoltre bisogna sviluppare e finanziare la ricerca sulla medicina di genere. Uomini e donne sono diversi nei sintomi, diverse le cure rispetto a molte malattie. Diversi i farmaci da utilizzare per superare un approccio androcentrico”.
In Italia, nel sistema sanitario nazionale, le donne rappresentano oltre il 63 % del personale dipendente e sono quasi il doppio degli uomini. Nonostante ciò, a fronte del 26,28 % di Donne iscritte nell’elenco nazionale degli idonei a ruolo di Direttore generale, solo il 18,18% sono direttori generali (FIASO febbraio 2021). Un incremento significativo rispetto all’8,5% del 2008 (18% nel 2016) – (16,7 % nel 2017). Inoltre anche per le altre posizioni di leadership la rilevazione FIASO evidenzia ancora una volta la carenza di donne ai vertici: solo il 35,1 % sono Direttori Amministrativi; il 32,2 % sono a capo della Direzione socio-sanitaria; 30% sono a capo delle Direzioni strategiche.