Farmaci contraffatti o, comunque, commercio illegale di medicinali. Un tema del quale, da qualche tempo a questa parte, si occupano con sempre maggiore frequenza gli organi di informazione. Soprattutto perché il problema – di non poco conto per la salute dei consumatori, in primis – appare di non facile controllo. Il canale preferito da chi esercita questo tipo di commercio, infatti, è ormai stabilmente quello di internet, sul quale prospera una rete sfuggente di farmacie “virtuali” ma molto, molto illegali. Anche per questo la commissione Igiene e sanità del Senato ha avviato un’indagine conoscitiva sul fenomeno, ascoltando i maggiori soggetti interessati dalla questione: dall’industria alla distribuzione intermedia e finale, fino alle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza ecc.). E giungendo così alla predisposizione di un documento conclusivo sul fenomeno della contraffazione e dell’e-commerce farmaceutico il cui contenuto è stato illustrato dal relatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, segretario della stessa commissione di Palazzo Madama, il 13 luglio.
Una relazione – il testo dello schema è consultabile in allegato – che ha comunque sottolineato la gravità del fenomeno e ha proposto alcune soluzioni per affrontarlo e contrastarlo.
Tra queste “aree di intervento” ricordiamo la possibilità di individuare con “uffici di riferimento” con specifiche competenze “all’interno di tutte le amministrazioni interessate”; la divulgazione di un’informazione “certificata”, rivolta alla popolazione ma anche a chi, come i giovani in età scolare, risulti più “esposto” ai rischi del commercio illegale di farmaci attraverso il web; il coinvolgimento delle associazioni di professionisti sanitari e dei pazienti nei progetti della task-force IMPACT Italia, particolarmente importante per avviare “studi nazionali sull’incidenza del fenomeno”. Questionari ad hoc compilati da farmacisti e medici – così si legge nella relazione – “permetterebbe di ottenere valutazioni dirette sul fenomeno, che consentirebbero a loro volta una stima più oggettiva della reale incidenza del problema in Italia”. E, infine, l’elemento più importante: l’introduzione di specifici strumenti normativi attraverso i quali, ad esempio, “rendere tempestivi i sequestri dei prodotti in transito o l’oscuramento dei siti sospetti”.