L’Amsi, l’Unione medica euro mediterranea (Umem) e il Movimento “Uniti per Unire” presentano le loro statistiche nate dall’Osservatorio interculturale anti Covid in Italia, nato lo scorso ottobre, ma anche dallo sportello congiunto online per stranieri e migranti e della collaborazione delle numerose associazioni in Italia e all’estero con cui collabora (1000 in Italia per l’Amsi e 80 Paesi per l’Umem).
I dati
Questi i dati scaturiti dalle indagini Amsi:
-il 3% dei contagiati totali in Italia sono migranti e cittadini di origine straniera,
la percentuale si è dimezzata negli ultimi 6 mesi;
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+30% per le richieste di un consulto psicologico per combattere ansia, paura e depressione e questi disagi nascono anche da motivazioni economiche;
- +50% di crescita delle patologie articolari e vertebrali tra i migranti
per motivi di stress, sovrappeso, maggiori sforzi e lavoro da domicilio;
-in aumento anche le richieste per tutte le visite specialistiche: in Gastroenterologia (25%), Ginecologia (30%), Cardiologia (15%), Pediatria (30%), Neurologia (20%), Psichiatria (10%), Pneumologia (60%) e la diagnostica per immagini del 35%;
- in aumento del 40% le richieste di circoncisioni da parte delle famiglie musulmane viste le difficoltà a recarsi alle strutture sanitarie e ritornare nei Paesi di origine;
- in caso di positività al Covid, il protocollo più utilizzato dai cittadini stranieri risultare essere quello domiciliare e nei primi 5 giorni con quarantena fiduciaria;
- le comunità straniere si informano maggiormente tramite Mmg e Medici di madre lingua;
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è aumentato il numero dei medici e professionisti di origine straniera che desidera recarsi in Italia per lavoro ma l’Amsi segnala difficoltà con il permesso di soggiorno per motivi di lavoro e il periodo lungo di riconoscimento del titolo ottenuto all’estero;
- è aumentata la collaborazione e solidarietà tra i cittadini italiani e di origine straniera testimoniata: l’Asi segnala infatti iniziative congiunte a favore di chi sta in difficoltà sia italiani che migranti.
“La sanità italiana ha bisogno di fare un salto di qualità amministrativo, organizzativo e bisogna valorizzare le buone pratiche, valorizzando i professionisti della sanità sia italiani che di origine straniera oltre che con una maggiore internazionalizzazione e collaborazioni a livello mondiale, per arricchirsi ulteriormente di buone pratiche e di esperienze costruttive per combattere tutte le problematiche irrisolte”, spiega
Foad Aodi, presidente dell’Amsi e dell’Umem e membro del Registro esperti Fnomceo.
“Dalle nostre statistiche e dalla nostra esperienza in Italia dall’inizio della pandemia emergono alcuni aspetti fondamentali dal punto di vista medico e sanitario: maggiore collaborazione e solidarietà tra i professionisti della sanità di origine straniera ed italiani, tra i cittadini italiani e stranieri e c'è più richiesta da parte di tutti ad informarsi di più dalle fonti dirette e corrette .C’è maggiore consapevolezza e la necessità di rivendicare il diritto alla salute, alla cura e al vaccino. Le problematiche riguardano tutti e non solo i migranti come veniva certe volte strumentalizzato in modo sbagliato e solo per fini politici”, ha proseguito il professore.
L’Amsi si è spesa particolarmente in questo periodo “con dirette
Facebook e
Zoom”, in tutto il mondo nella “comunicazione e nell’informazione sanitaria e scientifica”.
Aodi dichiara infine a
Quotidiano Sanità: “Speriamo che il nuovo Governo possa affrontare l’emergenza a 360 gradi senza lasciare indietro nessuno e garantendo a tutti cura, vaccino e serenità, il mio è appello è quello di mettere in agenda anche una nuova legge sull’immigrazione, in Italia e in Unione Europea. Spero che il Governo corregga tutti gli sbagli fatti ad oggi nell’affrontare la pandemia Coronavirus, non lasciando i professionisti della Sanità, italiani come stranieri, da soli e abbandonati”.
Lorenzo Proia