Nuovo colpo di scena nella vicenda giudiziaria di
Nello Martini, l’ex direttore generale dell’Aifa, accusato nel 2008 del mancato aggiornamento delle condizioni di autorizzazione al commercio di 22 medicinali e del conseguente ritardo nell’aggiornamento dei foglietti illustrativi con le avvertenze per i pazienti. Da qui un’ipotesi di reato, quella di “disastro colposo”, che gli venne contestata dal procuratore aggiunto di Torino
Raffaele Guariniello.
Ma successivamente l’inchiesta passa a Roma e il Gup di Roma
Maria Teresa Covatta, stabilisce che in merito alle accuse a Martini “il fatto non costituisce reato”, prosciogliendolo dall’accusa di “disastro colposo” avanzata da Guariniello. Era il luglio 2010 e Nello Martini dichiarava la sua soddisfazione per la fine di “un calvario giudiziario e personale durato oltre due anni”.
Una decisione del resto apparentemente in linea con le risultanze della Commissione istituita dall’allora ministro della Salute
Maurizio Sacconi, nel cui report finale, relazionando sulle sue attività ispettive presso l’Aifa in merito ai reati contestati a Martini, si leggeva che: “Fatti salvi gli ulteriori accertamenti che potranno essere disposti dalla commissione a seguito di ufficiali informazioni che eventualmente perverranno dall’Autorità giudiziaria, non sussistono, allo stato attuale, elementi che richiedano l’adozione di specifici interventi amministrativi a tutela della salute pubblica”.
Ma il pm romano
Roberto Felici, nel frattempo divenuto capofila dell’indagine dopo il trasferimento della competenza a Roma, impugnava il proscioglimento del Gup presso la Cassazione. Quest’ultima gli dà ragione e così Nello Martini viene nuovamente accusato e rinviato a giudizio. L’appuntamento è ora in tribunale per la prima udienza fissata il 15 maggio 2012.