Divulgazione di informazioni ingannevoli e pratica commerciale scorretta. Queste le accuse mosse
dall'Autorità Antitrust nei confronti dei professionisti che vendono e promuovono gli integratori alimentari “Life 120” attraverso il sito Internet Life120.it e la trasmissione televisiva
“Il cerca salute”, diffusa sul territorio nazionale da numerose emittenti televisive locali.
Nel dettaglio, l’Autorità ha accertato
due condotte scorrette: la prima, concernente la
divulgazione di informazioni ingannevoli sulle caratteristiche degli integratori alimentari "venduti dalla società Life 120 Italia S.r.l.s., presentati invece come idonei a determinare o favorire effetti benefici o curativi anche di gravi malattie, senza alcun fondamento scientifico". Per questa pratica l’Autorità ha irrogato alla società Life 120 Italia S.r.l.s., che commercializza tali integratori, una
sanzione di 150 mila euro.
La seconda
pratica commerciale scorretta accertata riguarda le modalità non trasparenti di promozione degli integratori attraverso la trasmissione
“Il cerca salute”, che ha un contenuto "apparentemente informativo, ma è in realtà volta ad occultare le reali finalità promozionali perseguite dai professionisti. Lo scopo promozionale di tale trasmissione viene dissimulato attraverso un format nel quale il Signor
Adriano Panzironi, argomenta la possibilità di prevenire e curare una ampia serie di patologie mediante uno stile di vita ed un regime alimentare che prevede un significativo uso di integratori alimentari, descritti in un libro, Vivere 120 anni, di cui il giornalista stesso è autore e promossi in occasione di tale trasmissione". Per questa pratica l’Autorità ha irrogato ai professionisti coinvolti, Life 120 Italia S.r.l.s, Welcome Time Elevator S.r.l., Adriano Panzironi e le emittenti locali che hanno diffuso la trasmissione “Il Cerca Salute”,
sanzioni per complessivi 426.000 euro.
L'Antitrust spiega di proseguire così la sua azione "di contrasto ad una pratica particolarmente insidiosa, idonea a disorientare il pubblico dei consumatori, aggirandone i naturali meccanismi di difesa e reazione, impedendo loro di esercitare il necessario controllo critico delle informazioni diffuse dai professionisti, indispensabile per decodificare un comportamento commerciale teso alla promozione di determinati beni e/o servizi, tanto più grave nel caso di specie in quanto riferito a temi attinenti la salute". Gli accertamenti sulla vicenda sono stati portati avanti dal nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.