Ambienti protetti e servizi per il parto e per l’assistenza psicologica e psichiatrica delle future mamme, presenza di pubblicazioni scientifiche, studi e ricerche di eccellenza, produzione di opuscoli informativi, attività interne di associazioni di pazienti e punti di ascolto per le madri adolescenti. Ma anche altri piccoli servizi che cambiano l’approccio con l’ospedale: dalla disponibilità di parcheggi dedicati alle donne, ai servizi igienici separati, dai menù dedicati al rispetto religioso ai mediatori culturali femminili. È un’Italia che va, nonostante i grandi problemi economici e finanziari che deve affrontare quotidianamente sotto il profilo dei budget sempre più ridotti, quella che definisce il profilo delle 224 strutture ospedaliere premiate quest’anno (il quinto) con i “Bollini Rosa” di O.N.Da, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna. Quarantotto con il massimo riconoscimento, 112 con due bollini e 64 con un bollino. La parte del leone spetta al Nord, ma anche Centro e Sud Italia in cinque anni hanno mostrato segni importanti di impegno e miglioramento. La Lombardia si distingue per essere la Regione con più strutture premiate (75) ma è anche quella con maggior popolazione femminile residente (5 milioni di donne).
Ad una prima analisi sembrerebbe di non riscontrare nessuna rivoluzione rispetto alla scorsa edizione, ma bisogna ricordare che, quest’anno, i criteri di assegnazione sono cambiati e divenuti più rigidi, valorizzando soprattutto l’appropriatezza del percorso diagnostico terapeutico, con particolare attenzione al percorso della maternità e alle caratteristiche psico-fisiche della donna anche in questo periodo della vita.
Ecco di seguito i nuovi criteri considerati per l’assegnazione alle strutture ospedaliere di 1, 2 o 3 Bollini Rosa con validità biennale:
- Presenza di Unità Operative che curano patologie femminili specifiche: presenza all’interno della struttura ospedaliera di Unità dedicate all’assistenza e alla cura delle patologie femminili di maggior rilievo clinico ed epidemiologico.
- Appropriatezza del percorso diagnostico terapeutico: applicazione di livelli di cura e assistenza atti a garantire un’adeguata gestione della patologia, con particolare attenzione alle caratteristiche psico-fisiche e alle specifiche esigenze dell’utenza femminile (servizi clinici).
- Posizionamento della paziente al centro delle cure: centralità della donna e tutela della sua dignità attraverso l’umanizzazione delle cure (servizi accessori).
Le domande del questionario di valutazione sono state definite da un gruppo multidisciplinare di esperti, in accordo con le Linee guida del Ministero della Sanità e delle Società Scientifiche e a ciascuna di esse è stato attribuito un punteggio.
Sulla base del numero di Unità Operative candidate dall’Ospedale e dei punteggi conseguiti per ognuna, nonché dei servizi accessori disponibili presso la struttura, è stato applicato un algoritmo matematico che permette l’assegnazione automatica del numero di bollini vinti in base ai seguenti range:
- 0-50 punti (0 Bollini)
- 51-65 punti (1 Bollino)
- 66-85 punti (2 Bollini)
- > 85 punti (3 Bollini)
Una nuova Commissione valutatrice multidisciplinare, l’Advisory Board, ha poi validato i punteggi conseguiti e assegnato il numero di bollini definitivi, considerando eventuali aspetti distintivi nella cura della Donna presentati nella candidatura (progetti di ricerca, pubblicazioni scientifiche, servizi clinici o accessori peculiari o di eccellenza).
Da segnalare, per quest’anno, l’attivazione di un sito internet dedicato (www.bollinirosa.it), dove, dal primo gennaio 2012, sarà possibile consultare e scaricare la guida interattiva ed esprimere il gradimento sui servizi offerti dagli ospedali segnalati.
Sarà attivata a breve, inoltre, una Linea Rosa telefonica per ricevere informazioni sui servizi degli ospedali premiati, e non solo. Grazie a un accordo con Federfarma le 17 mila farmacie aderenti aiuteranno la popolazione femminile a trovare “l’ospedale amico delle donne” più vicino a loro.
“Con 224 ospedali premiati, di cui 48 con il massimo punteggio possibile – ha spiega la Presidente di O.N.Da,
Francesca Merzagora – possiamo dire di aver raggiunto dei risultati importanti: non solo aver creato un importante e razionale strumento di classificazione di strutture ospedaliere con reparti e servizi a 'misura di donna', ma anche di aver avviato un costante processo di sensibilizzazione della sanità italiana al genere femminile nel suo complesso: servizi, attenzioni, cure, aiuto, rispetto”. “Si scopre così un'Italia nuova, efficiente, funzionale, impegnata; tanto diversa da come spesso appare sulle cronache dei giornali – ha proseguito -. Scorrendo la lista degli ospedali premiati troviamo strutture piccole, ma organizzate in modo impeccabile, con servizi anche apparentemente banali, come l'assistenza psicologica, ma fondamentali se si vuole aiutare le neo mamme ad essere serene e vicine ai loro bambini. In una società che negli ultimi 50 anni ha subito una rivoluzione, soprattutto per il ruolo della donna, come nei mille anni precedenti”.
“Tutto questo – ha aggiunto
Walter Ricciardi, presidente di OsservaSalute e direttore dell’Istituto di Igiene dell’Università Cattolica di Roma – avviene, ormai per il quinto anno, con un valore aggiunto: la revisione dei criteri e delle modalità di valutazione dei reparti e degli ospedali verso una impostazione più rigida e nuova, che il tempo e l'esperienza ci hanno portato a studiare”. “Dunque non solo la presenza di Unità operative che affrontano e curano malattie femminili specifiche ma anche il rispetto dell'appropriatezza del percorso diagnostico e di servizi clinici su misura, e soprattutto con il posizionamento della paziente al centro delle cure – ha proseguito -. Non a caso le domande del questionario di valutazione sono state definire da un gruppo multidisciplinare in accordo con le Linee guida del Ministero della Salute e delle principali Società Scientifiche”. “Non sono state dimenticate – ha concluso Ricciardi - anche alcune fondamentali indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, come nel caso del rispetto della percentuale dei parti cesarei affiancato alla possibilità di avere la partoanalgesia per le 24 ore, servizi dedicati alle problematiche relative alla depressione in maternità, alle attività di prevenzione oncologica come quelle legate al tumore della mammella, del collo dell'utero e dell'ovaio”.
"La nostra collaborazione con questa iniziativa di O.N.Da è cominciata quest'anno e ci auguriamo possa durare a lungo - ha detto
Rosanna Galli, presidente di Federfarma Cremona -. Esporremo una locandina in tutte le nostre 17 mila farmacie e ci occuperemo di indicare alle donne che si rivolgeranno a noi le strutture più vicine e adeguati ad occuparsi delle loro esigenze". "Le farmacie sono un osservatorio privilegiato del territorio - ha concluso Galli - daremo tutto il nostro supporto per promuovere questa guida rispondendo alle necessità dei cittadini".