“I processi si fanno in Tribunale, non sui giornali, e ho la massima fiducia nel lavoro della magistratura per fare chiarezza, ma di fronte alle cronache di questi giorni, una domanda mi sorge spontanea: c’è qualcuno disposto a spiegare perché, fino a un anno fa, quando denunciavamo problemi e difficoltà a garantire gli interventi sanitari, eravamo esagerati, allarmisti, razzisti?”. Il Presidente della Regione del Veneto
Luca Zaia commenta con questa domanda la pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche, facenti parte del fascicolo consegnato al Magistrato che si occupa dell’inchiesta sulla gestione dei Cpt da parte di una cooperativa, dalle quali emerge che, da ambienti prefettizi, sarebbe stato ostacolato un sopralluogo dei sanitari dell’Ulss di Padova nell’ex base militare di San Siro.
“Immagino che quello Padovano non sia un caso isolato”, prosegue Zaia, che sottolinea inoltre come “fin dal primo momento l’intera macchina della sanità veneta abbia profuso energie e risorse (a oggi quasi 5 milioni di euro) per garantire la salute degli immigrati e dei cittadini veneti con sopralluoghi e azioni che miravano alla massima prevenzione possibile, di fronte alla certezza che molte di queste persone avessero delle patologie da individuare e curare e nell’ipotesi, fondata, che alcune di queste malattie potessero diffondersi”.
“Se le ipotesi investigative troveranno conferma processuale – conclude Zaia – saremmo di fronte a un caso che sarebbe generoso definire riprovevole”.