È di nuovo allarme aggressioni nei Pronto Soccorso a danno degli operatori sanitari. Ormai i casi sono quasi quotidiani. Due quelli noti nelle ultime 24 ore. Le vittime sono infermieri, in forza a Taormina e all’ospedale Vecchio Pellegrino di Napoli.
Nel primo caso, quello siciliano, denunciato dalla Fsi Usae, un infermiere è stato aggredito a pugni e spintoni; mentre a Napoli, secondo quanto riportato da
Il Mattino, un’infermiera sarebbe stata strattonata e trascinata per i capelli dalla figlia di una paziente in attesa al pronto soccorso alla quale era stato chiesto di aspettare il proprio turno a causa di alcune urgenze che richiedevano attenzione immediata.
In alcuni casi è proprio l’assegnazione di codici non urgenti al triage e la conseguente attesa dei pazienti a far salire la tensione. Per questo
Calogero Coniglio, Segretario Regionale Sicilia della Fsi-Usae propone due percorsi differenziati per i codici bianchi e gli altri codici. “I codici bianchi nei pronto soccorso degli ospedali siciliani devono avere una loro zona dedicata, adiacente al pronto soccorso o all’entrata, in modo da separare gli utenti in due sale d’attesa distinte. Un ambulatorio dedicato per i codici bianchi che diluisca l’affollamento nelle sale d’attesa dei triage dei pronto soccorso e riduca le attese, diminuendo l’esasperazione e l’irritabilità degli utenti. Il percorso separato eviterebbe di intasare le attese dei casi più urgenti che necessitano di assistenza specialistica. Snellirebbe le file d’attesa al pronto soccorso e diminuirebbero le lunghe ore in sala d’aspetto, dove nascono i focolai premonitori delle aggressioni al personale sanitario. I numeri degli accessi al Pronto soccorso sono eccessivi, i pronto soccorso scoppiano”, spiega Coniglio in una nota.
All’arrivo i pazienti dovrebbero comunque fare riferimento al triage, “essere accolti e accompagnati negli ambulatori adiacenti all’entrata o a fianco dei pronto soccorso, dove medici, infermieri e personale di supporto interverranno con cure e assistenza di primo soccorso per poi decidere se dimetterli, indirizzarli al medico di famiglia o se sottoporli a una ulteriore consulenza al pronto soccorso. Il passaggio attraverso il triage rimane fondamentale — spiega Coniglio — garantisce comunque una presa in carico del pronto soccorso, e dirotta all’ambulatorio dei codici bianchi solo gli utenti che per le loro condizioni non sono in stato di urgenza”.
“Assieme ai percorsi con accessi velocizzati dedicati alle donne in gravidanza codice rosa - conclude il sindacalista -, la sperimentazione dei codici bianchi separati in altre realtà ospedaliere d’Italia ha alleggerito il lavoro del pronto soccorso, abbreviato l’attesa di quegli utenti, quali gli anziani più fragili, i bambini, le donne in gravidanza, che meritano anche in pronto soccorso un’attenzione particolare”.