Cinquanta migranti formati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) sono diventati a loro volta “docenti” di altri 2 mila ospiti dei Centri di accoglienza su temi relativi alla salute e alla prevenzione.
Un esempio di peer education quello emerso dall’iniziativa “
Scienza senza frontiere” che, inaugurata il 21 dicembre 2017, si è conclusa lo scorso 28 giugno.
Nato da un’idea dell’Ufficio stampa Iss in collaborazione con l’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione Formazione (UO RCF) del Dipartimento Malattie infettive (Dmi), il Settore Attività editoriali del Servizio conoscenza e Comunicazione scientifica Iss e con i Centri di accoglienza Straordinaria (Cas) Codirossoni, Casilina 1 e Casilina, il progetto si è sviluppato tramite un ciclo di seminari tenuti da ricercatori Iss e incentrati su tematiche come igiene e sicurezza alimentare, salubrità dell’acqua, danni da alcol e droga, vaccini, Hiv e infezioni sessualmente trasmesse, diritti sanitari degli stranieri.
Un seminario è stato anche dedicato ai temi della comunicazione scientifica e in particolare al significato e alle modalità di realizzazione di un poster scientifico.
Gli incontri hanno avuto lo scopo di favorire un dialogo con i giovani migranti finalizzato all’acquisizione di elementi conoscitivi utili per la tutela della propria salute e di quella dell’intera collettività. Inoltre, con l’aiuto degli insegnanti di italiano dei Centri di accoglienza, e grazie ad alcuni glossari preparati dai ricercatori Iss sui temi affrontati, i seminari sono diventati oggetto di esercitazione linguistica e, contemporaneamente, di empowerment sui temi della salute. Infine, con i giovani migranti è stato realizzato un laboratorio didattico con la produzione autonoma di “poster scientifici” sugli argomenti trattati, in modo da poter organizzare creativamente le conoscenze acquisite e trasmetterle agli ospiti della propria e di altre comunità.
I poster sono stati presentati durante il convegno conclusivo organizzato dall’Iss e aperto dalla lectio magistralis di
Monsignor Andrea Manto (medico e Direttore del Centro per la Pastorale della Famiglia della Diocesi di Roma) su “Scienza, Fede religiosa e pregiudizio popolare”.
Le riflessioni conclusive della sessione dei poster (momento cardine del convegno durante il quale i ricercatori e gli esperti Iss hanno dialogato/commentato sui lavori presentati dai migranti) sono state affidate al giornalista scientifico Pietro Greco che aveva aperto il ciclo dei seminari con la lezione “Le radici ellenistiche e arabe della cultura scientifica”.
Infine, i volti dei ragazzi partecipanti al progetto sono stati immortalati dal fotografo Francesco Francia in una serie di scatti d’autore, esposti in mostra durante il convegno. Francia ha scelto di utilizzare la modalità di scatto in low key, ovvero a fondo scuro, per far emergere i dubbi di questi ragazzi facendo luce tramite il sussidio della scienza. Come, infatti, ha sottolineato il presidente dell’Iss Walter Ricciardi: «La scienza è, oltre che un veicolo di inclusione, un terreno comune sul quale costruire cultura e valori condivisi».
Infine, la giornata conclusiva di “Scienza senza frontiere” è stata occasione anche per celebrare i venti anni di attività dell’Italian National Focal Point Infectious diseases and migrant, network di esperti nazionali, coordinato dall’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione – Dmi-Iss, che si occupano del fenomeno migratorio e che ha come obiettivi principali:
- mettere a punto interventi di prevenzione delle malattie infettive con specifico riferimento alle infezioni sessualmente trasmesse e a quelle prevenibili da vaccino
- condurre studi e ricerche sui fattori psico-socio-comportamentali che possono favorire il diffondersi di alcune malattie infettive nella popolazione immigrata
- individuare e sperimentare protocolli operativi e procedure sugli aspetti comunicativo-relazionali in ambito interculturale, nonché, valutare l’efficacia di tali interventi. Aspetti, questi, su cui anche l’operatore italiano deve essere formato e in particolare acquisire tre abilità: empatia, ascolto attivo e autoconsapevolezza.