Giovani, preparati, magari con alle spalle già un’esperienza di lavoro all’estero. Sono i giovani “cervelli” italiani che, non trovando sbocchi professionali nel nostro Paese, hanno scelto di portare le loro competenze dove queste ricevano la dovuta attenzione. Ma ora per loro si apre un’importante opportunità. È quella proposta dal Gruppo farmaceutico Chiesi che ha di recente inaugurato il nuovissimo e innovativo Centro ricerche di Parma. Al suo interno operano 296 ricercatori molti dei quali – ben più della metà, il 63,5% – sono donne. Di loro il 63,3% ha conseguito una laurea specialistica (Chimica e Tecnologia Farmaceutica, Medicina e Chirurgia, Scienze, Biologia e Biotecnologie) e sono in maggioranza giovani: una su tre ha meno di 35 anni.
Questi dati sono stati resi noti oggi nel corso di un incontro ospitato in Senato e promosso da Antonio Tomassini, presidente della XII commissione Igiene e sanità di palazzo Madama, interamente dedicato proprio all’importanza di iniziative – come, appunto, quella della Chiesi farmaceutici – che puntano a richiamare in Italia i nostri talenti del mondo della ricerca.
Il Centro Ricerche del Gruppo Chiesi, a questo proposito, nato grazie aun investimento di oltre 90 milioni di euro, punta ad attrarre le migliori professionalità presenti sul mercato, sia italiane (compresi coloro che in passato hanno scelto di lavorare e fare ricerca in altri Paesi), sia provenienti dall’estero. Sono 36, al momento, i “profili internazionali”: 7 “cervelli” italiani che hanno deciso di rientrare per affrontare nuove sfide, 10 talenti provenienti da altri Paesi e , infine, 19 italiani che in passato hanno maturato esperienze in laboratori e Università al di fuori dei confini nazionali.
“Riteniamo che ricerca e innovazione siano un elemento molto importante per la crescita di un’impresa e, più in generale, del Paese” ha sottolineato Andrea Chiesi, componente del CdA del Gruppo e direttore R&D Project & Portfolio, nel suo intervento. intervenuto oggi in Senato al Convegno. “In un Paese dove l’incidenza sul Pil degli investimenti in R&S è di molto inferiore alla media della spesa dell’Europa a 27, la crescita è sempre più spesso affidata all’impegno della singola impresa. Per il nostro Gruppo l’investire in ricerca è parte del proprio DNA, ma perché tali investimenti diano frutti è necessario stanziare risorse economiche costanti che, in un settore a crescita moderata come quello farmaceutico, possono essere sostenute solo da politiche fiscali adeguate. Il nostro auspicio, dunque, è che il Governo intervenga con norme in grado di creare promuovere le condizioni più idonee ad accrescere la competitività del Paese quali il credito di imposta sulla ricerca.”
Come fare per attrarre i talenti? Basterebbe valorizzarne le competenze attraverso percorsi di formazione e crescita professionale e mettendo a loro disposizione strutture e strumenti in grado di competere con i migliori laboratori del mondo. “Nell’attuale, difficile contesto internazionale, il Gruppo Chiesi da alcuni anni vive una fase di espansione internazionale – ha spiegato Arnaldo Ghiretti, direttore HR Chiesi – e poiché la nostra ricerca viene sviluppata con standard di qualità molto elevati, sono richieste professionalità di spessore altrettanto elevato. A loro proponiamo una sfida, un progetto che prevede forti interazioni con gli altri laboratori del Gruppo ma anche la possibilità di approfondire la propria formazione scientifica e manageriale oltre a prospettive di carriera concrete sin dal primo colloquio. La creatività e l’iniziativa individuale sono incentivate e mai ostacolate” . Un riconoscimento di questo impegno è venuto dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni che in una lettera inviata a Tomassini, ha voluto sottolineare “l’importanza dell’innovazione, soprattutto se legata ai giovani e al loro talento che devono cominciare a trovare spazi all’interno dei centri di formazione pubblici e privati, delle istituzioni, delle imprese, cioè in tutti quei contesti coinvolti in tale ambito”.