Dal 2012 i giovani aspiranti cardiologi faranno i conti con la crisi dei posti di lavoro: si invertirà il trend anche in un settore fino ad oggi “tutelato”. A lanciare l’allarme precariato, e tracciare possibili soluzioni alla crisi, sono stati gli specializzandi di Emilia-Romagna e Marche, che hanno dato vita al primo convegno interamente ideato e organizzato dagli studenti con i professori seduti in aula ad ascoltare le loro esigenze e indicazioni.
Una delle possibili ricette è stata proposta da Claudio Ceconi del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Ferrara. “Per essere competitivi è necessario ripensare la professione e costruirla intorno a due capisaldi: la rete e la globalizzazione – ha affermato –. Il segreto è possedere un curriculum globale e di sistema: uscire dal proprio Istituto per realizzare esperienze e rapporti con altre realtà, in particolar modo estere, permette ai giovani di crearsi uno spazio di rilievo. Soprattutto, devono imparare a diventare protagonisti della loro formazione”.
“Per una volta noi siamo rimasti in platea a seguire mentre i giovani sono saliti in cattedra ed hanno parlato dei propri problemi – ha continuato Ceconi –. Fra questi occupano un rilievo particolare le tematiche medico-legali. Chi arriva in reparto, negli ultimi due anni di specialità, si trova a fare i conti con un’identità giuridica non ben definita (non sono studenti, non sono medici) talvolta problematica dal punto di vista della copertura assicurativa e, soprattutto, con stipendi tali da non poter spesso far fronte ai costi delle polizze”.
Un altro problema emerso nel corso dell'incontro, è come garantire un’adeguata conclusione dell’iter formativo. Il rischio, infatti, è che l’ingresso anticipato nel mondo del lavoro provochi carenze sotto questo profilo. “Questi giovani medici – ha sottolineto Ceconi - sono la futura generazione di cardiologi di queste due Regioni. Attualmente stanno proseguendo i loro studi post-laurea nelle Scuole di Specializzazione di Ancona, Bologna, Ferrara, Modena e Parma e hanno deciso di affrontare le sfide davanti a loro in un modo innovativo: ‘fare rete’, uscendo dagli spazi istituzionali delle rispettive unità per dar vita a un network e costituire un laboratorio scientifico e didattico assolutamente unico”.
Si sono già svolti vari incontri e lavori di gruppo e il progetto proseguirà nei prossimi mesi. Da segnalare, infine, come l’evento dell’8 ottobre abbia ricevuto il patrocinio scientifico della Sezione Regionale della Società Italiana di Cardiologia.