“Noi ginecologi possiamo avere un ruolo chiave per sensibilizzare entrambi i partner. La vaccinazione Hpv è efficace non solo nelle femmine, ma anche nei maschi. Protegge i giovani da tumori e condilomi”. Questo l’invito rivolto ai propri colleghi da Antonino Perino, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Palermo, e Presidente del Congresso nazionale Sigo, Agui, Aogoi, che si chiude oggi nel capoluogo siciliano.
Il virus Hpv non fa distinzione fra i sessi, ama i giovani e può pregiudicarne la fertilità: in particolare quella dei maschi, che oggi però hanno a disposizione un’arma in più per difendersi. Il vaccino quadrivalente, finora raccomandato alle sole ragazze, si è dimostrato efficace anche nell’uomo tanto che la Commissione Europea ne ha approvato l’utilizzo fino a 26 anni d’età. “Finalmente si avranno pari opportunità nella prevenzione – ha affermato Perino -. Implementare la vaccinazione è una misura necessaria e il ginecologo può avere un’importanza chiave perché ricopre un ruolo di riferimento per la salute ed il benessere della donna e della coppia. L’obiettivo – ha sottolineato - è raggiungere una copertura del 95% entro il 2013. Oggi siamo a una media del 65%: manca un 30% che può fare la differenza nella protezione dei nostri giovani. Su questo lavoriamo fianco a fianco con gli igienisti”.
Oltre ai risultati nei maschi che mostrano un’efficacia superiore al 90% nella prevenzione delle lesioni genitali esterne, nuovi dati confermano la validità della vaccinazione Hpv non solo nelle preadolescenti, ma anche nelle adulte. Protegge, inoltre, nel 100% dei casi dalla reinfezione e può ridurre di oltre la metà le recidive in donne precedentemente sottoposte a conizzazione. “Sono evidenze che vanno al di là della campagna di offerta attiva e gratuita rivolta alla adolescenti – ha aggiunto Nicola Surico, presidente della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) -. Siamo abituati a collegare l’Hpv al cancro della cervice uterina, ma questa neoplasia è solo una di quelle causate dall’Hpv che può provocare anche cancro dell’ano, della vulva, della vagina, dell’oro-faringe e che causa inoltre condilomi, la cui incidenza è in aumento esponenziale. Fortunatamente – ha proseguito - la maggior parte delle infezioni da Hpv è transitoria, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario, ma spesso è asintomatico e può quindi continuare a creare danni indisturbato”.
I progressi ottenuti in campo clinico-epidemiologico hanno mostrato in maniera sempre più evidente come l’Hpv non possa essere considerato unicamente un nemico delle donne, ma anche degli uomini. “È il momento di giocare un ruolo attivo nella prevenzione – ha dichiarato Perino -, grazie agli strumenti oggi disponibili di prevenzione secondaria e primaria, attraverso il vaccino. Come già avvenuto per il Pap Test che viene proposto ormai in maniera automatica alla paziente, è auspicabile che la stessa cosa avvenga per la vaccinazione Hpv, in modo da salvaguardare la salute e la qualità della vita riproduttiva”.
Il Ministero della Salute ha avviato dal 2007 una campagna di immunizzazione gratuita per le ragazze nel dodicesimo anno di vita . Alcune regioni l’hanno estesa ad altre fasce d’età, come la Basilicata che la prevede anche per quelle di 15, 18 e 25 anni. “Si tratta di una delle realtà più virtuose d’Italia e una delle poche aver messo in campo l'offerta attiva a più coorti di nascita – hanno commentato i presidenti del Congresso, Luigi Alio, Direttore U.O. Ginecologia ed Ostetricia del Civico di Palermo, e Massimo Petronio, Direttore del Dipartimento salute della Donna e del Bambino dell’Azienda Sanitaria Territoriale 6 di Palermo – qui la copertura vaccinale è pari a oltre l’80%. Ma la situazione varia enormemente sul territorio e persino tra Asl della stessa Regione”.
Al centro dell’attenzione dei 2.000 esperti riuniti al Congresso di Palermo, anche le misure da adottare per lo screening oncologico poiché oggi nel mondo scientifico vi è un intenso dibattito su quali siano i criteri da seguire. Una commissione promossa dal Ministero della Salute ha recentemente proposto di abolire il pap test ogni 3 anni per le donne dai 25 ai 64, come attualmente previsto, e di sostituirlo con il solo Hpv test ogni 5 anni. Riportando le conclusione del documento prodotto dal gruppo di lavoro Sigo, Perino ha rimarcato l’impossibilità di modificare di punto in bianco le strategie. “Va previsto un periodo di transizione – ha concluso - in cui associare al pap test, l’hpv test. Questo permetterebbe la riorganizzazione del sistema, l’informazione alle donne e la formazione dei ginecologi alla gestione della nuova modalità”.