toggle menu
QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Cronache

Punti nascita. Sigo: “Inaccettabili quelli con meno di 500 parti l’anno”

immagine 26 settembre - In Italia un parto ogni dieci avviene in strutture che assistono meno di 500 parti l’anno, troppo pochi per garantire la sicurezza di madri e bambini. Solo poche strutture non idonee sono state chiuse o riconvertite. Le donne vanno informate sui requisiti minimi da pretendere. Questa la denuncia avanzata dagli oltre 2 mila specialisti riuniti a Palermo per il Congresso nazionale della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia.
Oggi in Italia il 10% delle nascite avviene in strutture che assistono meno di 500 parti l’anno. “Pochi - ha ammonito Nicola Surico, presidente della Sigo -, troppo pochi per poter garantire la sicurezza di madri e bambini”. Solo poche strutture non idonee sono state riconvertite o chiuse, “le Regioni devono accelerare sul piano di riordino varato dal ministro Fazio 9 mesi fa; le donne vanno informate sui requisiti minimi da pretendere”. L’invito è giunto dal Congresso nazionale della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) che ha riunito a Palermo oltre 2 mila specialisti.
Proprio la Sicilia detiene il record negativo riguardo i punti nascita con meno di 500 parti l’anno, potendone contare sul suo territorio ben 38. “Bisogna procedere rapidamente ad una riconversione, senza creare allarmismo – ha commentato Antonino Perino, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Palermo, e presidente del Congresso - . Queste strutture possono essere mantenute in caso di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali del territorio e in caso risulti difficile o impossibile attivare i servizi di trasporto assistito materno. Oltre al numero di parti vanno inoltre considerate le dotazioni strutturali indispensabili per garantire un’assistenza ottimale”.

Ma quali sono i requisiti minimi? Per definirli la Sigo, in collaborazione con altre Società scientifiche ed associazioni, ha dato vita al Gins – il Gruppo Intersocietario Nascita Sicura - e sta lavorando ad un progetto per la certificazione dei reparti su criteri oggettivi. “Sono pronti gli indicatori ed a breve presenteremo il manuale operativo – ha spiegato Nicola Surico, presidente della Sigo -. Siamo partiti dagli standard internazionali che abbiamo adattato al contesto italiano. Fra i punti chiave vi è la copertura di una guardia medico-ostetrica, anestesiologica e medico-pediatrica attiva 24 ore su 24”.

La riorganizzazione dell’assistenza materno infantile deve inoltre tenere conto dell’evoluzione demografica e della sempre maggiore presenza di donne provenienti da altre nazioni e culture: oggi il 16,9% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana. “La mortalità materna è maggiore tra le straniere, con un rischio più elevato in chi ha una bassa scolarità – hanno affermato i presidenti del Congresso, Luigi Alio, Direttore U.O. Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale Civico Palermo e Massimo Petronio, Direttore del Dipartimento salute della Donna e del Bambino dell’ Ospedale “G. F. Ingrassia” di Palermo –. Il nostro Congresso dedica ampio spazio al rapporto fra salute ed emigrazione: vanno infatti attivati percorsi ad hoc e formate professionalità specifiche”. “Già esistono ‘buone pratiche’ e modelli possibili di integrazione, come quello attuato nei consultori di Palermo – hanno concluso -. La Sicilia, infatti, crocevia di culture e popoli, rappresenta un esempio virtuoso che può essere esportato nel resto del Paese”.
26 settembre 2011
© QS Edizioni - Riproduzione riservata