Conclusa, con l’adozione della
mozione finale, la Riunione di Alto Livello alle Nazioni Unite dedicata alla lotta contro le malattie non trasmissibili (NCDs). Il meeting si è svolto nell’ambito dei lavori della 66esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a cui hanno partecipato 192 Stati Membri.
Un grande evento, per confrontarsi su un problema di salute pubblica dall’enorme impatto. Nel complesso le NCDs: cancro, diabete, malattie cardio vascolari e le respiratorie croniche, ogni anno falciano 36 milioni di vite e causano il 63% dei decessi nel mondo. Solo per il cancro nel 2010 si sono verificati 13,3 milioni di nuovi casi e secondo l’OMS nel 2030 saliranno a 21,5 milioni. La mortalità causata dalle malattie non trasmissibili è destinata ad aumentare fino a diventare ‘epidemica’, le previsioni parlano di 65 milioni di decessi nel 2030.
Questi allarmanti dati e le ricadute socio-economiche causate dalla emergenza NCDs hanno indotto le NU a mettere all’ordine del giorno dell’assemblea generale un tema sanitario. Si conta solo un precedente summit delle NU sulla sanità: quello del 2001 dedicato all’Aids.
A questi dati vanno aggiunti quelli economici. Per il cancro si è stimato un esborso di 290 bilioni di dollari nel 2010 cifra in aumento per il 2030 quando si assesterà a 458 bilioni di dollari. Complessivamente per le malattie non trasmissibili per il 2010 si è stimata una spesa di 5 trilioni di dollari e nel 2030 si arriverà a 47 trilioni in assenza di misure idonee alla prevenzione e al controllo di queste patologie.
“Un documento importante, quindi, quello siglato oggi dai Capi di Stato dei 192 Paesi che dà un nuovo impulso all’Agenda della sanità mondiale anche se per certi versi poteva essere più coraggioso”, commentano Francesco De Lorenzo ed Elisabetta Iannelli della Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), unica organizzazione non governativa europea presente all’evento. Che raccontano a Quotidiano Sanità i punti più importanti di questa due giorni di lavoro mondiale.
Il documento siglato e condiviso è frazionato in 57 punti ed è dedicato alla cura, prevenzione, delle malattie non trasmissibili.
Per il presidente della Favo, Francesco de Lorenzo, tra le novità importanti del documento c’è quella “di aver inserito il cancro e altre malattie non trasmissibili nell'agenda dell'Onu e quindi di aver riconosciuto a livello mondiale l’importanza del problema; aver declinato i fattori di rischio comuni e l’urgente bisogno di intraprendere nuove azioni”. Si tratta, secondo De Lorenzo, “di primi passi, importanti, verso un impatto positivo sulla salute globale. La dichiarazione approvata dall’Assemblea avrà un grande impatto non soltanto su una rinnovata attenzione ai problemi della salute ma anche sugli aspetti economici e sui diritti umani. Le indicazioni operative più concrete ed immediate sono: un’ulteriore tassazione sul tabacco per ridurne il consumo; la diffusione dei vaccini e degli screening per prevenire il cancro; un facilitato accesso alle cure palliative e alla riabilitazione”.
La dichiarazione finale, però, secondo la Favo è “debole riguardo alle risorse finanziarie, come sottolineato anche dall’American Cancer Society. Anche se la dichiarazione riconosce che quelle dedicate alle malattie non trasmissibili a livello nazionale, regionale e internazionale non sono commisurate al problema, non vi è alcun impegno concreto alle crescenti necessità finanziarie, è solamente chiesto agli Stati membri di esplorare le opzioni per il finanziamento.
Tra i successi della missione alle Nazioni Unite della Favo anche quella del riconoscimento del lavoro del volontariato. “Grazie all’azione congiunta di Favo con la delegazione del Governo italiano è stata inserita nella dichiarazione il ruolo delle associazioni dei malati nella lotta contro queste patologie e ciò nonostante la ferma opposizione dei G77 e della Russia”, ha spiegato Elisabetta Iannelli, vicepresidente dell’Associazione italiana malati di cancro. “Il volontariato rientra, pertanto, a pieno titolo tra gli attori che affiancheranno l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel monitoraggio e nelle politiche comuni in materia di NCDs”.
Accolte nella mozione anche le istanze in favore di una maggiore promozione in materia di vaccini contro il cancro e screening dei tumori. “Tra i paragrafi che più ci stanno a cuore, in quanto associazione dei malati di cancro - aggiunge Francesco de Lorenzo - il fatto che le Nazioni Unite chiedono ai governi un maggior impegno per avviare politiche di facilitazione all’accesso dei farmaci a prezzi accessibili, sicuri, efficaci e di qualità garantita e ancora migliorare l'accesso ai servizi di cure palliative e riabilitative, in particolare a livello comunitario. Questa istanza in favore dei malati di cancro inserita nel documento finale è andata ben oltre le nostre aspettative”.
“I governi devono adottare approcci che vanno oltre il solo settore della salute” è quanto ha dichiarato il presidente dell’Assemblea Generale, Nasser Abdulaziz Al-Nasser.. Segno questo che finalmente si inquadrano le NCDs in un ambito più complesso di quello della sanità. E ha aggiunto che “l’assistenza del malato, soprattutto nella cronicità della malattia, non può essere delegata solo al sistema sanitario”. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon ha confermato questa posizione sottolineando che la nuova Agenda delle Nazioni Unite sarà “un'opportunità per i capi di stato e governo a fare grandi progressi impegnandosi a fissare obiettivi nazionali per ridurre le morti premature e per promuovere un approccio complesso di governo a livello nazionale per prevenire e combattere le malattie non trasmissibili. Trovare soluzioni per il controllo delle NDCs secondo il segretario generale sarà anche un modo per tutelare: “La salute pubblica globale, ma anche sarà anche un bene per contenere l’impatto sull’economia, sull’ambiente,sul bene pubblico globale nel senso più ampio”.
Il prossimo appuntamento è stato fissato per il 2012 quando l'Oms dovrà definire un quadro globale di monitoraggio e stabilire gli obiettivi indicatori nella lotta alle malattie non trasmissibili.
Infine, da parte della Favo c’è il rammarico di non esser riusciti a istituire un meccanismo di Partnership al follow-up sugli impegni presi al vertice, vi è solo indicata una revisione globale prevista nel 2014.
“Il nostro obiettivo, sostiene Elisabetta Iannelli è quello di far sì che entro il 2015 vi sia un'altra Riunione ad Alto Livello”. “Ma il nostro lavoro, ha chiosato il presidente Francesco de Lorenzo, è solo all’inizio, ora dobbiamo far sì che il Governo sia pienamente responsabile nei confronti degli impegni assunti oggi di fronte alle Nazioni Unite”.