“Gli studi scientifici della letteratura internazionale sottolineano come l’evento di una morte endouterina al termine della gravidanza, per quanto raro, non sia azzerabile anche attraverso l’adozione dei controlli più intensivi”. Lo sottolinea una nota della Direzione del Policlinico “A. Gemelli”di Roma che annuncia di aver avviato “immediatamente” un’indagine interna per approfondire ciò che è successo in tutti i suoi aspetti clinici e scientifici, nel caso della bimba morta in utero al termine della gravidanza.
Da un primo accertamento dei fatti "non sembra emergere una specifica responsabilità del personale medico e del Policlinico", anche per questo il Gemelli “constata, con rincrescimento, come la drammatica vicenda sia stata catalogata in poche ore e senza i necessari riscontri come malpractice, con ciò favorendo giudizi sommari e iniziative destinate più ad alimentare il clamore che ad agevolare l’accertamento dei fatti. Tale accertamento è innanzitutto interesse del Policlinico e di tutti i suoi operatori”.
“In questo momento – conclude la nota - il primo pensiero dei medici e di tutto il personale del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della Vita Nascente del Gemelli, impegnati ogni giorno con dedizione e competenza a dare il massimo aiuto per la nascita di vite umane, non può che andare alla giovane famiglia che sta vivendo questo profondo dolore”.