Dieci anni fa il Vaticano chiuse le porte a Welby. Per Fabo, le porte della Chiesa saranno aperte: la co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni,
Mina Welby, porge un pubblico ringraziamento a tutti coloro che, all’interno della Chiesa, hanno mostrato compassione e comprensione per la scelta dell’uomo che ha lottato per il diritto di scegliere come morire.
Venerdì 10 alle ore 19.00 nella parrocchia di sant'Ildefonso, in piazzale Damiano Chiesa 7 a Milano, si celebra il saluto pubblico all’uomo che è diventato il simbolo per la battaglia sul fine vita e sul diritto all’autodeterminazione. Dj Fabo, che dopo anni di sofferenze il 27 febbraio in Svizzera è riuscito a ottenere ciò per cui lottava – il suicidio assistito – sarà ricordato con una liturgia della parola celebrata dal parroco e aperta ai cittadini che vorranno rendergli l’ultimo saluto.
“A Piergiorgio fu negato il funerale religioso - racconta Mina Welby -. Mio marito aveva chiesto l’eutanasia e, anche se lui riuscì a ottenere l’interruzione delle terapie nel pieno rispetto del diritto e della Costituzione, io non riuscii a ricevere la comprensione della Chiesa alla quale avevo chiesto la cerimonia religiosa. Ringrazio personalmente i sacerdoti, come Don Gallo, che mi avevano comunque manifestato la loro solidarietà.”
“Oggi invece molti illustri rappresentanti della Chiesa hanno espresso la propria compassione e comprensione per il dolore di Fabo e a nome mio e dell’Associazione Luca Coscioni non posso che porgere un sincero e profondo ringraziamento per questa apertura che porta con sé un grande valore di umanità e progressismo”, prosegue Mina Welby.
“Tanti cittadini si trovano nelle condizioni di Fabo ed è importante che nessuno di loro si senta abbandonato a se stesso. Per questo ringrazio anche Papa Francesco che grazie al suo esempio illuminante e al suo Giubileo della Misericordia ha avuto un grande effetto sui cuori di tanti ed è riuscito a portare nell’ambito della Chiesa una rinnovata sensibilità verso la comprensione di posizioni non canoniche”, conclude Mina Welby.