Dormire fino alla morte. Nessuna decisione di staccare la spina, ma la volontà di andarsene lentamente, in modo naturale. Non si tratta di eutanasia, ma di sedazione profonda. Una scelta che allevia le sofferenze di una malattia incurabile. Una decisione che, in Italia, è stata presa per la prima volta da un malato di Sla. Così, si è conclusa la storia di
Dino Bettamin, 70 anni di Montebelluna in provincia di Treviso. Negli ultimi cinque anni non aveva fatto altro che lottare contro questa malattia che non lascia scampo. La sua volontà l’ha espressa pochi giorni fa, in modo chiaro: "voglio dormire fino all'arrivo della morte, senza più soffrire".
E questa sua scelta è stata rispettata. Dino non voleva più nessun trattamento, nessun accanimento terapeutico. Non voleva nemmeno essere nutrito artificialmente. "Mio marito - ha raccontato la moglie, in una intervista all'
Ansa - era lucido e ha fatto la sua scelta. Così, dopo l'ultima grave crisi respiratoria è iniziato il suo cammino". Un cammino che lo ha condotto ad una dolce morte, in meno di 10 giorni: il 5 febbraio la guardia medica aveva aumentato il dosaggio del sedativo, che Dino già assumeva regolarmente, poi un'infermiera addetta all'assistenza domiciliare ha provveduto a somministrare tutti gli altri farmaci previsti dal protocollo. Fino a ieri, il giorno in cui il cuore di Dino ha smesso di battere.
È stata la stessa infermiera a spiegare quali fossero le precise volontà dell'uomo: lui non ha ma hai richiesto che fossero spente le macchine che lo tenevano in vita. “Non voleva che fosse staccato il respiratore, nonostante la legge lo consenta per la sedazione profonda - ha spiegato l'infermiera - l'idea di morire soffocato lo terrorizzava”. A descrivere gli ultimi attimi di vita di Dino è stata la moglie. Quando ogni sua volontà sembrava essere stata esaudita, allora si è abbandonato alla morte.