toggle menu
QS Edizioni - sabato 17 agosto 2024

Cronache

Allarme diete: pericolo ossessione e fai da te

immagine 20 maggio - A mettere in guardia, soprattutto le giovani, sono gli esperti dell’Associazione Nazionale Dietisti (Andid), in questi giorni riuniti a Milano per il XII Congresso  dell’Associazione.
“Il 70% delle adolescenti è perennemente a dieta, in modo spesso scorretto. Per questo non riesce più a smettere, fino a rischiare crisi di astinenza. E senza perdere peso in modo corretto e duraturo, ma rischiando addirittura di trasformare un leggero sovrappeso in livelli di peso più gravi”. È questo l’aspetto più preoccupante dell’ossessione per il corpo diffusa soprattutto tra le donne e tra gli adolescenti di entrambi i sessi. In termini tecnici si chiama “dieting” ed è strettamente legata alla famosa “sindrome da yo-yo”, frutto spesso del fai-da-te, in cui si perde peso con una dieta restrittiva ma se ne riprende (e anche più) durante la fase di “disinibizione”, al punto da creare un circolo vizioso continuo che sfocia in una vera e propria dipendenza.

“Il dieting – spiega Giovanna Cecchetto, presidente Andid – è la tendenza a sentirsi costantemente in obbligo di stare a dieta, spesso frutto del fai-da-te, senza buon senso, che porta a diete iniziate e mai finite, incostanti e mal strutturate, che creano la sindrome da yo-yo, causa numero uno della dipendenza. Lo yo-yo, infatti, è il continuo su e giù del peso, conseguente ai periodi di dieta severa alternati ad un’alimentazione disordinata e al consumo incontrollato dei cibi più graditi e golosi e dei cosiddetti junk-foods (cibo spazzatura). La dieta drastica – continua Cecchetto – è basata sulla rinuncia e sulla classificazione dei cibi in ‘permessi’ e ‘proibiti’. In quanto tale è sopportabile per poco tempo. Spesso, infatti, la rinuncia si espande ad un'ampia gamma di alimenti necessari (quali ad esempio il pane e la pasta) ed il risultato è quello di ‘affamarsi’. Molto spesso da questo eccessivo rigore dipende la voglia incontrollata dei cibi più temuti ed ansiogeni, e la difficoltà a controllarne la quantità. Da queste perdite di controllo dipendono circoli viziosi di tipo emotivo quali sensi di colpa, ansia e scarsa stima di sé, che a loro volta portano alla ricerca del cibo e alla rottura della dieta. Con il risultato di riprendere peso e di... rimettersi a dieta”.
Serve, invece, equilibrio, perché solo in questo modo le diete hanno effetto nel tempo. “Una dieta ultrarigida – precisa Giorgio Bedogni, coordinatore dell’Unità di Epidemiologia clinica al Centro Studi Fegato di Trieste – non è ‘sostenibile’ e viene abbandonata presto. Inoltre, spesso ci si indirizza verso alimenti che non saziano, eliminando, invece, il pane o la pasta. Niente di più sbagliato. Alimenti come, per esempio, il parmigiano, hanno lo stesso potere calorico di un piatto di pasta senza, però, saziare. Si deve, quindi, imparare a mangiare e, soprattutto, svolgere attività fisica, spesso sottovalutata. Il che non significa dover obbligatoriamente andare in palestra, ma muoversi ogni giorno, una camminata per esempio”. Lo stile di vita, insomma, è importante, ancora di più delle diete. Un investimento sulla bilancia, oltre che sulla salute.

Quanto ai sacrifici sul cibo, vanno fatti, ma non in modo drastico. “Non si deve ‘togliere’ – afferma Ambra Morelli, vicepresidente Andid e dietista alla clinica San Carlo di Paderno Dugnano (Milano) – piuttosto ‘inserire’ nella dieta alimenti in modo corretto, equilibrato e vario. Non si deve ovviamente mangiare tutto insieme, ma saper scegliere come alimentarsi senza escludere nulla. Le ‘diete del divieto’ a schema rigido e austero sono fallite e non hanno più senso. Non ci sono alimenti che fanno male, si deve saper scegliere con libertà cosa mangiare con più frequenza. Questa è sicuramente una dieta ‘piacevole’, attenta al lato emotivo perché dà gratificazione e il piacere del cibo”.
 
L.C.
20 maggio 2010
© QS Edizioni - Riproduzione riservata