"Dai tagli operati è derivato un progressivo offuscamento delle caratteristiche dei servizi che il cittadino può e deve aspettarsi dall'intervento pubblico cui è chiamato a contribuire. Per le Regioni, al netto di quanto destinato al finanziamento della spesa sanitaria, si evidenzia come il progressivo taglio delle risorse disponibili si sia tradotto in una modifica del rilievo delle funzioni svolte, con caratteristiche diverse tra regioni, e come ciò stia progressivamente portando a delineare particolari modelli territoriali e diversità di accesso dei cittadini ai servizi". Così il presidente della Corte dei Conti
Raffaele Squitieri, è intervenuto questa mattina a Roma alla cerimonia d'inaugurazione dell'anno giudiziario 2016.
Duro l'affondo contro le politiche di austerity che hanno caratterizzato le manovre economiche dal 2011. "La sostenibilità delle prestazioni pubbliche, siano esse quelle sanitarie o assistenziali e, quindi, le condizioni di accesso a questi servizi, è, oggi, soggetta a rilevanti incertezze e differenze territoriali - spiega Squitieri nella sua relazione -. A ciò si aggiunga il timore che da tagli ripetuti di risorse derivino peggioramenti nella qualità dei servizi o aumenti delle imposte destinate al loro finanziamento, con un conseguente peggioramento delle aspettative di famiglie e imprese".
Sul tema della spending review Squiteri ha però poi precisato a RaiNews24: "Il riferimento era alle tecniche adottate fino ad oggi, e dunque alle spending review tentate in passato che non hanno oggettivamente avuto un grande successo perché forse è mancata una precisa informazione sui settori e sui tipi di intervento. Adesso la linea è diversa. Noi come Corte ci siamo candidati per sostenere questo processo in quanto istituzione attrezzata professionalmente per dare un supporto. Si può migliorare. Il problema non è tanto ridurre la spesa – perché la spesa è stata ridotta in maniera massiccia in Italia - ma è quello di razionalizzare la spesa. Spending review significa spesa più ragionata e meglio distribuita. E’ una linea che ci sembra convincente. Tali osservazioni vanno dunque inquadrate in un contesto di apprezzamento per la significativa riduzione della spesa attuata dall’Italia in questi anni. Va ribadito che nel periodo successivo all'esplosione della crisi mondiale, la dinamica della spesa pubblica in Italia ha subìto una netta decelerazione – che per alcune componenti della spesa, si è risolta persino in una riduzione assoluta dei livelli – rispetto alla continua e sostenuta espansione che aveva contrassegnato l’intero arco degli anni Duemila. Ma la Corte è dell'avviso che il parziale insuccesso o, comunque le difficoltà incontrate dagli interventi successivi di “revisione della spesa” siano anche imputabili ad una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che caratterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di tagli".
Quanto alla tenuta economica del comparto sanità: "Il 2014 ha confermato i progressi, già evidenziati negli ultimi esercizi, nel riassorbimento degli squilibri finanziari in sanità. Nonostante il limitato incremento rispetto al 2013, la spesa complessiva si è mantenuta al di sotto del tasso di variazione del Pil nominale, confermando il processo di stabilizzazione in termini di prodotto al di sotto del 7%. Il miglioramento trova conferma dal lato del risultato economico complessivo. Le perdite prima delle coperture (836 milioni) si riducono di oltre il 50% rispetto al 2013 e sono le regioni in Piano di rientro a registrare il miglioramento più netto. Le misure degli ultimi anni hanno comportato un contenimento nella dinamica dei costi complessivi, ma con andamenti diversi tra le componenti di spesa: a fronte di una riduzione delle spese di personale (-1% rispetto al 2013) aumentano gli acquisti di beni e servizi (+2,5%). Dal lato delle entrate, il sistema di compartecipazione alla spesa ha assunto un evidente rilievo: oltre 2,9 miliardi nel 2014, mentre risulta in crescita di oltre il 4,5% i ticket sui farmaci".
Nella sua relazione il presidente della Corte dei Conti non si è soffermato solo sull'andamento economico del settore ma ha anche evidenziato come nelle regioni in Piano di rientro "il percorso di risanamento finanziario si è accompagnato ad importanti
passi avanti nel rispetto complessivo della 'griglia' dei parametri fissati a garanzia dei Lea". "Rimangono tuttavia delle criticità - ha proseguito - nell’assistenza territoriale (in particolare agli anziani e ai disabili), nella prevenzione e nell’appropriatezza delle prestazioni; così come restano elevati i ritardi nelle procedure di accreditamento degli operatori privati, nella fissazione delle tariffe e nell’attribuzione dei budget".
Passando poi al
Patto per la salute, Squitieri evidenzia come il percorso indicato nel documento si muova "entro margini finanziari stretti, dovendo affrontare costi crescenti per garantire l’accesso a farmaci e tecniche di cura innovative e offrire assistenza ad una popolazione sempre più anziana".
"Essenziale sarà, quindi - spiega - non solo recuperare i margini di efficienza, ma anche riscrivere, al più presto, le nuove regole per dare certezza al funzionamento del sistema, prevedendo la revisione nei criteri di riparto tra le regioni delle disponibilità finanziarie del Ssn e utilizzando l’indicatore Reddito Equivalente (e non l’Isee) per valutare la posizione economica dell’assistito nella determinazione della compartecipazione alla spesa".
Infine, un altro aspetto evidenziato è stato quello relativo alla situazione del
debito verso i fornitori del settore sanitario. "I dati comunicati dalle Regioni per la gestione di competenza dell’esercizio 2014 registrano una significativa diminuzione della massa debitoria rispetto al 2011. Il trend è incoraggiante, anche se il debito residuo resta imponente, e occorre segnalare cautela sulla qualità del dato, che presenta ancora margini di miglioramento. Occorrerà, poi, verificare se, a regime, terminati gli effetti delle anticipazioni di liquidità, il comparto sia in grado di proseguire nel percorso di abbattimento delle passività correnti". Dall’analisi della gestione di cassa dei Comuni, conclude Squitieri, "è emerso, sul versante delle entrate, il permanere di diffuse tensioni di cassa conseguenti ai ripetuti tagli ai trasferimenti statali disposti dalle manovre finanziarie susseguitesi dal 2011 che, verosimilmente, sono all’origine degli aumenti generalizzati dei tributi immobiliari (ICI-IMU-TASI)".