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QS Edizioni - sabato 17 agosto 2024

Cronache

"... e tu slegalo subito". Presentata oggi la campagna nazionale per l'abolizione della contenzione

di Lorenzo Proia
immagine 21 gennaio - Presentata quest'oggi a Roma la Campagna Nazionale per l'Abolizione della Contenzione "... e tu slegalo subito". All'evento psichiatri, rappresentanti di associazioni, deputati come Luigi Manconi ma anche artisti come il rapper romano Piotta e il cantautore Pier Paolo Capovilla. Si vuole superare una pratica definita come "residuo della condizione manicomiale", una aperta violazione dei diritti umani
Una pratica definita "residuo della condizione manicomiale", una pratica da debellare quella della contenzione per il Forum Salute Mentale che quest'oggi ha presentato a Roma la Campagna Nazionale per l'Abolizione della Contenzione, chiamata "...e tu slegalo subito" da una frase pronunciata da Franco Basaglia quando gli chiesero come agire nei confronti di alcuni pazienti contenuti. Una pratica a detta dei partecipanti che in più interventi si autodefiniscono "basagliani" ma "minoritari" molto diffusa, una aperta violazione dei diritti umani assimilabile al reato di tortura che si vorrebbe introdurre nel nostro ordinamento, con numeri da capogiro, frequente a detta degli organizzatori non solo tra i ricoverati in strutture per la cura dei disturbi psichici, sia pubbliche che private, ma anche per quanto concerne la cura degli anziani nelle case di riposo e anche dei minori nelle strutture apposite.

"L'uso delle fasce, dei letti di contenzione, sopravvissuto alla chiusura dei manicomi, è la prova più chiara e scandalosa di quanto sia ancora viva l'immagine del matto pericoloso, inguaribile, incomprensibile e quanto sia giustificata, voluta o tollerata, la domanda di controllo, di custodia, di segregazione", si legge nel comunicato di presentazione distribuito a tutti i presenti nel quale si ricorda che si pensa alla contenzione solo quando questa provoca gravissimi episodi di malasanità psichiatrica come nei casi del maestro di 58 anni Francesco Mastrogiovanni, morto nel servizio psichiatrico di Vallo della Lucania (Salerno) i primi di agosto del 2009, dopo 4 giorni di contenzione, o del caso di Giuseppe Casu, morto nel Servizio psichiatrico dell'ospedale Santissima Trinità di Cagliari  nel 2006, rimasto legato al letto per una settimana.

La campagna ha già una pagina facebook e una pagina twitter e prestò verrà reso disponibile anche un sito web. Gli organizzatori segnalano che una ricerca del Ministero ha segnalato che nei 300 SPDC italiani il 70% applica la contenzione, "se non c'è capacità dia scolto, se ci si limita ai farmaci, la contenzione è comune" dicono i relatori che segnalano come "fortunatamente è stata superata la condizione del manicomio" ma che "uno degli obiettivi che la campagna si pone è la costituzione di una Commissione Parlamentare  di indagine della contenzione". Il film 87 ore di Costanza Quatriglio dedicato alla morte di Mastrogiovanni e il libro di Giovanna Del Giudice "...e tu slegalo subito, sulla contenzione in psichiatria", sono indicati come "strumenti al servizio della nostra campagna".

All'evento erano presenti personalità del mondo politico come il senatore Luigi Manconi, la senatrice Nerina Dirindin ma anche dello spettacolo come il cantautore Pier Paolo Capovilla e il rapper Piotta. Un ringraziamento particolare è stato dato alla CGIL e in particolare a Stefano Cecconi, per l'adesione e l'ausilio all'iniziativa. Sostengono l'iniziativa anche altre personalità non presenti all'evento come l'attore Claudio Bisio, Sonia Bergamasco, il regista Paolo Virzì, Lella Costa, il rapper Caparezza.

Il senatore Luigi Manconi, che ha aderito all'appello e si fa promotore della campagna, rivela ai presenti di "aver parlato con un Vicepresidente di un ramo del Parlamento che ignorava cosa fosse la contenzione" ma non cita questo episodio per segnalarne "l'ignoranza, ma perché questa forma di privazione della libertà vive una condizione oscura e direi quasi occulta", infatti "a differenza di quanto accade in un carcere questa forma di privazione della libertà vive in una condizione appartata". La contenzione "alla stragrande maggioranza - prosegue Manconi - dell'opinione pubblica è ignota, questo rende la campagna più importante ma anche più difficile". La contenzione per Manconi mina "la sovranità sul rpoprio corpo e l'inviolabilità della persona umana", sarebbe negato il "diritto all'autodeterminazione del paziente". Una pratica che per il senatore PD è "diffusa ed eccessiva" e usa l'eufemismo "non-infrequente" parlando addirittura di un "tradimento del giuramento di Ippocrate. Il paziente entra in delle strutture della salute pubblica ed è come se perdesse le garanzie date dalla sua cittadinanza". Chiude ribadendo l'importanza della formazione di una Commissione d'Inchiesta parlametnare sulla contenzione.

Un altro intervento di grande sensibilità è stato quello di Grazia Serra, nipote di Francesco Mastrogiovanni. Per lei la contenzione "è una pratica diffusa, molto diffusa anche negli ospedali di neuropsichiatria infantile. Una pratica intollerabile per un paese civile. Le istituzioni devono dire basta: il Parlamento, lo Stato, le Regioni, le Aziende Sanitarie. Altrimenti rischiamo di dare la colpa solamente agli operatori". Serra segnala come "in questi anni sono riprese pratiche manicomiali" e chiude rivolgendo un invito "rivolto non solo ai familiari perché dicano no ma anche agli operatori della salute mentale perché disobbediscano".

Tonino Aceti del Tribunale dei Diritti del Malato, rappresentante di Cittadinanzattiva ricorda l'articolo 17 della loro Carta dei Diritti, realizzata nel 1981 sul "diritto dei bambini a non essere trattati con mezzi di contenzione" definendolo "molto attuale", e denuncia come "anziani perfettamente coscienti siano costretti dentro a un letto per la mancanza di personale. E' contenzione anche essere obbligati a mangiare alle 17 del pomeriggio perché il personale è presente solo in quel momento".

Se alcuni ricordano che esistono numerosi SPDC che non legano i propri pazienti e che quindi "è possibile non legare", Marco de Martino del Federico II di Napoli segnala il "caso di un ragazzo di poco più di 18 anni, ricoverato in un OPG, contenuto già dai 12 anni. Il fatto che non ci si fermi di fronte a un ragazzo di 12 anni costituisce un forte allarme. La persona viene prima della democrazia, se non tuteliamo l'essere umano non tuteliamo la democrazia".
La pratica del legare i pazienti viene considerata da tutti i presenti come anticostituzionale, anche alla luce dell'articolo 27 della Costituzione che afferma che "la pena deve essere ispirata al senso di umanità" e ricordano come il costituente che se n'è occupato avesse conosciuto le galere fasciste e quindi legiferasse con cognizione di causa. Gli organizzatori parlano di una "campagna più difficile di quella per il superamento degli OPG".
 
Lorenzo Proia
21 gennaio 2016
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