Un viale all’interno della Villa Doria Pamphili che fa parte di una rete di strade dedicate a donne che si sono distinte nella storia per la loro attività e per i risultati della loro professionalità è stato intitolato a Florence Nightingale, fondatrice della moderna ed efficiente istruzione infermieristica, ma con un errore madornale: “Viale Florence Nightingale – Medico (1823-1910)”, e non infermiere.
“Più che in una soddisfazione e un lustro per la nostra professione, una beffa”, hanno commentato l'errore
Barbara Mangiacavalli, presidente Fnc Ipasvi e
Lia Pulimeno, presidente del Collegio Ipasvi di Roma, in una lettera a doppia firma inviata al sindaco di Roma e al presidente del XII Municipio della capitrale di cui Villa Pamphili fa parte. L’errore è stato prontamente segnalato al Collegio e alla Federazione da un numero elevatissimo di infermieri e di loro associazioni, contrariati, per non dire indignati, nel vedere un pezzo della loro storia confuso a tutto campo con altro, con estrema leggerezza, “visto che sarebbe bastata una banale ricerca on line o la consultazione di qualunque enciclopedia per reperire le giuste attribuzioni demografiche e professionali” fanno notare gli infermieri in una nota. “Anzi, un doppio errore, visto che Florence Nightingale non è ovviamente medico, ma non è nata nemmeno nel 1823, bensì nel 1820 (a Firenze, appunto)”.
Federazione e Collegio sottolineano nelle lettera “l’immediata necessità di un intervento correttivo per ripristinare ciò che la storia da sempre riconosce”
"Chiediamo formalmente e ufficialmente come organi rappresentativi e legalmente responsabili della professione infermieristica – scrivono a sindaco e presidente del XII municipio - il Vostro sollecito e puntuale intervento perché sia ripristinata la corretta dizione e informazione sulle origini di Florence Nightingale, rimuovendo l’indicazione stradale scorretta e sostituendola con quella corretta: Viale Florence Nightingale – Infermiera (1820-1910). Veglieremo – aggiungono - affinché la correzione sia rapida e daremo conto ai nostri 423mila iscritti di cui il Collegio di Roma assorbe circa il 10%, del riscontro che darete a questa nostra richiesta, riservandoci in caso di mancata risposta, ogni azione possibile a difesa e tutela del decoro e della storia della nostra professione”.