Cosa ne sanno le donne del rapporto tra stili di vita e salute, soprattutto dell’intestino? Non molto secondo un’indagine condotta da O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna) in collaborazione con Yakult, su un campione di 1006 donne italiane di età compresa fra i 20 e i 60 anni e di varia estrazione socio-culturale.
Delle tre categorie di donne identificate (sapienti, selettive e monotematiche) solo le prime (il 28%) sono consapevoli che la sola alimentazione non basta e che occorre praticare costante attività fisica, bere almeno due litri d’acqua al giorno ed eliminare fumo e alcool, mentre le donne delle altre due categorie pensano che sia sufficiente solo uno di questi comportamenti per star bene.
Così, benché le donne affermino di prestare particolare attenzione soprattutto a pelle e intestino, per un terzo di esse proprio l’intestino è l’organo che crea maggiori problemi. Ciononostante, solo il 27% di esse mette in atto comportamenti corretti che ne favoriscano il mantenimento in salute. Non stupisce, visto che il 42% non è in grado di identificare quali siano gli alimenti o gli integratori che possano aiutare il benessere intestinale e solo il 54%, (le più giovani o con problemi intestinali) sa cosa siano i probiotici.
Il più delle volte, dell’intestino ci si ricorda quando comincia a dare problemi. In tal caso, lasciano le consuete fonti di informazione (che sono Tv, settimanali, internet) per rivolgersi al medico di famiglia (nel 60% dei casi), il farmacista (27%) e, inaspettatamente in coda, il dietista o il nutrizionista (2%).
L’indagine rientra negli obiettivi della campagna educazionale ‘Il Mese dell’Intestino Sano’ promossa da Yakult con il patrocinio della Fondazione ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) per sensibilizzare la popolazione ad adottare comportamenti di vita sani e orientati al mantenimento del benessere intestinale.
“A prima vista – spiega Francesca Merzagora, presidente di O.N.Da – le donne sembrano ben informate nei confronti di un corretto stile di vita, e molte (il 71%) sono anche convinte di esserlo. Ma a uno sguardo più approfondito emerge una conoscenza piuttosto frammentaria e forse un po’ superficiale. Il bombardamento di informazioni cui sono sottoposte su questi temi non ha apportato particolari benefici alla loro conoscenza”.
“I risultati emersi dall’indagine di O.N.Da – ha aggiunto Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI – dimostrano quanto sia importante la nostra scelta di sostenere progetti educazionali che promuovano tematiche a noi care, come la corretta alimentazione, e che vedono la collaborazione tra Enti pubblici, industria alimentare e società scientifiche. Ritengo che il dietista possa svolgere un ruolo decisivo nell'orientare la popolazione verso l'adozione di corretti stili di vita e di prevenzione”.