Un semplice esame diagnostico, una Tac, avrebbe potuto salvare la vita della 40enne
Irene Francia. La donna è morta lo scorso sabato, tre giorni dopo essere entrata in coma, e dopo ripetute visite al Pronto Soccorso di due diversi ospedali. Per questa morte sei medici si trovano ora indagati per omicidio colposo.
Andiamo per ordine. Il 14 luglio Irene inizia ad avvertire un forte mal di testa, l’annebbiamento della vista e conati di vomito. La donna si allarma ricordando che, a seguito degli stessi sintomi, la madre era deceduta otto anni prima per un aneurisma cerebrale. Si reca così al Pronto Soccorso dell’ospedale Moscati di Taranto spiegando le sue paure al medico di turno che, non credendole, la rimanda a casa dopo averne disposto le analisi del sangue.
I disturbi però non cessano. Il 17 luglio, la donna sta nuovamente molto male tornando ad accusare gli stessi sintomi. A questo punto il marito la porta in un altro ospedale della città, il Santissima Annunziata. Anche qui Irene esterna ai medici le sue paure legate alla morte fulminante della madre. Ma, anche stavolta, il medico non le crede e la manda a casa con un calmante per sospetta gastroenterite.
Si arriva così al 22 luglio, quando Irene Francia entra in coma mentre è a casa. Il marito la porta d’urgenza al Moscati. Stavolta i medici capiscono la gravità e con un’ambulanza la trasferiscono al Santissima Annunziata dove prima tentano un intervento in laparoscopia e poi uno chirurgico in sala operatoria. Purtroppo non c’è più nulla da fare, la donna non si è più svegliata dal coma e, il 25 luglio, viene dichiarata la morte cerebrale. L’Asl, intanto, ha annunciato l’avvio di un’indagine interna sull’accaduto.