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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Cronache

Agenzia Italia Digitale. Stati generali della memoria digitale a Renzi: “C’è poca trasparenza nei criteri di scelta del nuovo direttore”

immagine 13 aprile - L'associazione insorge contro il bando per la selezione del nuovo manager dell'Agenzia. "L'avviso pubblico è fatto male, ha una procedura irrituale e lascia in ombra i criteri di selezione". "Vogliamo selezione davvero pubblica, trasparente ed equa, seguendo criteri adeguati e specificando a chi spetta veramente la selezione dei candidati".
Arriva alla vigilia del 5° congresso nazionale di telemedicina e sanità elettronica, in programma a Roma per il 14-15-16 aprile presso il “Roma eventi piazza di Spagna”, l'appello degli Stati generali della memoria digitale - di cui fanno parte anche la Sit (Società Italiana di telemedicina e sanità elettronica) e l'Anorc (Associazione nazionale per operatori e responsabili della conservazione digitale) - per una nuova governante dell’AgID, l’Agenzia per l’Italia digitale. Un’iniziativa che fa seguito alla petizione accompagnata da oltre 700 firme raccolte “Cercasi regole tecniche disperatamente!”. Alla luce del nuovo cambio direttivo ai vertici dell’agenzia per l’Italia digitale, le due associazioni si rivolgono nuovamente al premier Matteo Renzi, richiamando l’attenzione delle istituzioni, dei cittadini e di tutte le parti in causa sulla funzione e l’organizzazione di questo ente che, “nelle intenzioni, doveva traghettare il nostro paese nell'era digitale e che, per svariati motivi, ha, in gran parte fallito i suoi obiettivi”. Secondo Sit e Anorc sono infatti “necessari dei cambiamenti radicali per conferirgli una governance, una direzione e dei poteri di indirizzo e d’azione adeguati alla sua vocazione, pur nel rispetto del suo ambito di competenza che deve rimanere tecnico e non politico”.

“Alla luce dell’importanza che occorre giustamente dare al principio di trasparenza della Pa e all’uso degli open data – si spiega in una nota - ci sembra opportuno specificare che la ‘trasparenza’ non si ottiene con il solo utilizzo di strumenti tecnologici i quali, da soli, non sono certo in grado di garantire la correttezza e la liceità nello svolgimento di alcuni processi: la ‘trasparenza’ deve essere innanzitutto, alla base delle regole che gestiscono e normano lo svolgimento democratico dei processi nelle Pa centrali e periferiche, a maggior ragione se il processo in questione riguarda la nomina del nuovo direttore dell’AgID, l’ente che promuove e attua, dal punto di vista tecnico, l’innovazione del paese”.

Nello specifico le associazioni, rilevano che “l’avviso pubblico emanato da AgID per la selezione del nuovo direttore, oltre ad avere un’inadeguatezza propria formale, oltre che in termini tecnici, dal momento che per la sua pubblicazione è stato utilizzato un formato non idoneo ed una procedura per lo meno “irrituale”, consente sì la libera candidatura degli interessati, ma lascia in ombra i criteri di selezione, specificando solo ‘la discrezionalità dell'autorità competente nella scelta del candidato più idoneo allo svolgimento dell'incarico’”.

“Alla luce di quanto esposto – si sottolinea ancora - gli Stati generali della memoria digitale riassumono, in 6 punti principali riportati di seguito, la propria vision per un'AgID davvero in grado di incidere positivamente sul futuro dell’innovazione tecnologica nazionale, colmando il gap che ancora ci separa dai paesi più sviluppati dell’Ue”.

Eccoli:
che “il prossimo direttore dell’AgID venga scelto in base ad una selezione davvero pubblica, trasparente ed equa, seguendo criteri adeguati e specificando a chi spetta il compito di selezionare, perché questa carica estremamente importante, non venga alla fine gestita esclusivamente dalla politica e perché il prossimo direttore sia un manager tecnico o comunque una persona professionalmente capace di guidare il cambiamento, conoscendone tutti i presupposti ed anche le difficoltà giuridico/amministrative connesse;
 
che l'AgID diventi un ente con una governance semplificata, che non debba rispondere, come oggi succede, a diverse voci di indirizzo ministeriali e di coordinamento, oltre che alla Presidenza del consiglio dei ministri;
 
che l'AgID diventi un ente stabile ed equidistante da poteri politici, il cui ruolo non venga costantemente ridiscusso e modificato, in grado di definire realmente a livello nazionale provvedimenti e normative di natura tecnica in materia di digitale;
 
che l'AgID diventi un’agenzia tecnica concentrata e attiva sull’innovazione digitale a 360°, non dedicata quindi esclusivamente alla Pa, ma anche alle aziende e ai privati cittadini, parti in causa irrinunciabili di questo processo complessivo;
 
che l'AgID diventi un’autonoma e autorevole agenzia, quindi, con potere di regolamentazione ex art. 71 del Cad; che l'AgID diventi un ente che sia in grado anche di coordinarsi con altri enti o organismi che si interessano della materia digitale a livello nazionale, anche al fine di rendere omogenea e più efficace l’azione di comunicazione del Digital champion nazionale, in modo che sia garantito in pieno il rispetto delle singole azioni alle norme e, quindi, ai compiti definiti a livello europeo, in modo trasparente e in linea con le aspettative, e anche a tutela, del mercato e dei professionisti coinvolti a diverso titolo nelle politiche di innovazione digitale”.
Gli Stati generali esprimono dunque la loro disponibilità a collaborazione su questi punti e confidano “nella sensibilità e nella disponibilità del premier Matteo Renzi, affinché questo accorato appello, lanciato per il solo fine del bene del nostro paese, venga accolto e non lasciato cadere nel vuoto”.
13 aprile 2015
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