Licenziata dopo essersi ammalata di cancro, ora è stata riassunta dalla multinazionale americana Lyondell Basell di Brindisi. La vicenda ha coinvolto una 52enne che, grazie alla firma di un accordo, ritornerà a lavorare il prossimo 16 febbraio. Lo scorso 17 novembre la donna, impiegata da 25 anni presso le strutture dell’azienda petrolchimica, aveva ricevuto una lettera di licenziamento risultando l’unico esubero tra i 130 operai dello stabilimento brindisino della Basell Poliolefine Italia, succursale italiana della Lyondell. Tutto questo dopo due anni di sofferenze trascorse a lottare contro il cancro e senza mai ricorrere alla 104.
“Il provvedimento rientra nella ristrutturazione, avviata due anni fa a livello europeo, dell’area Finance - aveva spiegato
Loredana Elia, addetto stampa della società – La signora non sarà sostituita da altri. Proprio perché agiamo nel rispetto delle persone, la nostra politica, in riordini di questo tipo, è non entrare nel dettaglio delle singole storie dei dipendenti”. Immediate le azioni legali della donna che ha potuto contare anche sul robusto sostegno fornito dai sindacati. “L’azienda ha continuato a pressare psicologicamente la lavoratrice in questi ultimi due anni – aveva tuonato
Salvatore Viva, segretario della Filctem Cgil brindisina- facendola sentire sempre fuori dai giochi, con l’apoteosi finale di non considerarla nella festa di chi aveva compiuto”.
Importante anche la mobilitazione di massa suggellata con la petizione lanciata su Change.org che ha raccolto 80mila firme e accesso i riflettori mediatici. Nel frattempo era iniziata la vertenza con i tentativi falliti di conciliazione presso la Direzione Provinciale del Lavoro. La donna aveva rifiutato un indennizzo economico pari a 27 mensilità, più di quanto previsto dalla legge, pur di riottenere il lavoro. E alla fine la Lyondell si è convinta, revocando la procedura di licenziamento.
L’accordo firmato dalle parti prevede il distaccamento in un’azienda del gruppo, che opera nello stesso stabilimento, per 6 mesi e poi l’assunzione a tempo indeterminato con lo stesso livello di retribuzione di sempre. “Abbiamo difeso con coraggio e con tenacia la sua dignità di donna e di lavoratrice, questa è una grande vittoria - spiega soddisfatto l’avvocato
Giuseppe Giordano, che l’ha assistita nella vicenda - Certo – conclude il legale – forse questa soluzione poteva essere trovata prima, senza arrivare allo scontro. Ma tutto è bene quel che finisce bene”. Raggiante anche la protagonista della vicenda. “Dopo tre mesi di buio è arrivato finalmente il ritorno alla vita. Sono felicissima di riavere il mio lavoro, ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutata”.