In occasione della XV Giornata nazionale per le cure palliative la Federazione promuove una raccolta di firme indirizzata al Ministro Lorenzin affinché esorti tutte le Regioni a dare attuazione alla legge 38/2010 che garantisce ai cittadini con una malattia incurabile l’accesso a questa forma di assistenza.
In Italia, in base ai dati raccolti dall'Agenas, si contano 234 Hospice e 118 unità di cure palliative domiciliari, esiste un quadro normativo chiaro e il pieno riconoscimento delle professionalità in campo. Eppure, a più di quattro anni dalla legge 38, solo il 30% dei malati oncologici inguaribili accede alle cure palliative, nonostante nel 2007 il DM 43 avesse posto come obiettivo minimo il 65% e solo 4 provincie (Trento, Lecco, La Spezia e Bologna) garantiscono le cure palliative a domicilio allo standard minimo di 14 malati ogni 10.000 abitanti. Inoltre, i malati con patologie evolutive non oncologiche, che secondo l’OMS dovrebbero rappresentare il 60% del bisogno di cure palliative, restano esclusi nella quali totalità dei casi.
“Sono dati preoccupanti e non giustificabili dalla scarsità di risorse – commenta
Luca Moroni, Presidente della Federazione Cure Palliative - Nelle regioni in cui si è investito sulle cure palliative, infatti, si assiste a una significativa diminuzione dei decessi in ospedale, con un rilevante risparmio sulla spesa sanitaria pubblica. La legge 38/2010 è considerata una model law a livello europeo tuttavia, la mancata attuazione a livello regionale rende di fatto inaccessibili, per la maggior parte dei malati che ne avrebbero bisogno, i servizi previsti”.
Nel quadro delle attività di sensibilizzazione previste dalla Federazione e dalle 80 organizzazioni che la compongono, il 12 novembre una delegazione della Federazione è stata ricevuta in udienza dal Pontefice. “Siamo particolarmente riconoscenti, per questo segno di attenzione da parte del Papa – conclude Moroni - che già nei primi tempi del suo pontificato, si è espresso positivamente nei confronti delle cure palliative e ha visitato personalmente un Hospice sottolineando così il valore etico e morale di alleviare la sofferenza dei malati”.