In una nota stampa, la presidente di Nps denuncia "l’ipocrisia delle campagne del ministero della Salute" che continuano a censurare l’uso del preservativo quale strumento di prevenzione dalla diffusione del virsu dell’Aids.
“Questa 23ª Giornata mondiale per la lotta all’Aids sarà ricordata per il grande balzo all’indietro compiuto dal ministro della Salute Ferruccio Fazio. Ascoltando il suo invito - sottolinea Iardino - a “comportamenti sessuali nel contesto di relazioni stabili” quale misura principe per prevenire la diffusione del virus dell’Aids, non si può che ripensare al 1 dicembre del 1988 quando l’allora ministro della Sanità Carlo Donat Cattin inviò una lettera a 20 milioni di famiglie per sollecitare “un’esistenza normale nei rapporti affettivi e sessuali” e la “castità” per i sieropositivi”.
“Fazio non è arrivato a tanto, ma è certo - prosegue la nota - che la scelta di censurare completamente l’uso del preservativo, quale strumento indispensabile e sicuro di prevenzione, ci conferma la grande ipocrisia che, salvo brevissime interruzioni, ha contraddistinto tutte le iniziative di comunicazione e prevenzione del ministero della Salute”.
“Quando lo stesso Pontefice sembra finalmente riconoscere l’opportunità dell’uso del preservativo per prevenire l’Aids - prosegue Iardino - vedere da parte del massimo esponente della sanità italiana, nonché illustre medico, qual è il professor Fazio, un’evidente paura nel parlare serenamente di preservativi, dobbiamo chiederci se i Palazzi della politica e delle Istituzioni abbiano realmente a cuore la salute e la vita dei cittadini”.
“Si pensa veramente che il richiamo a “relazioni stabili” sia un messaggio utile a prevenire il contagio? Si pensa veramente che un richiamo del genere possa avere presa sugli adolescenti e i giovani che vivono le loro prime avventure d’amore? E si pensa veramente che possa essere utile per quelle numerosissime coppie mature che, indipendentemente dal loro credo morale o religioso, hanno relazioni extraconiugali?” - chiede polemicamente l’esponente di Nps - per concludere che “lo Stato non deve dare consigli morali ma ha invece il dovere di offrire soluzioni per limitare al massimo il rischio di contagio, e il preservativo è sino ad oggi l’unico strumento reale di prevenzione a nostra disposizione, a prescindere dai comportamenti sessuali individuali”.